Il budget fa davvero la differenza?

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“Si, Non sarà la cosa fondamentale ma una bella mano la può dare…”

Partiamo dall’inizio e vediamo di andare con ordine. Ubisoft è impazzita. Ha fatto una cosa che non si vedeva…da un era…. ha proposto qualcosa di originale, interessante, accattivante e che non risposti sulla copertina il nome di un brand già collaudato. Che sia stata la mucca pazza? O un misterioso virus  primaverile? non saprei ma ho paura. Il frutto di questo “rinascimento” è Valiant Hearts, gioco bidimensionale a stile cartoonesco ambientato durante la prima guerra mondiale che seguirà le vicende di 4/5 personaggi che si troveranno faccia a faccia con gli orrori del primo conflitto moderno della storia. MAGNIFICO! Se mi conoscete un po sapete che sono anni che attendo un gioco del genere. Avere la possibilità di vivere la grande guerra dal punto di vista di persone comuni trascinate via dalle loro vite e catapultate in quel tritacarne infernale di trincee e morte.  Porca miseria con un concept del genere sento profumo di capolavoro, o forse no?

Assolutamente no, Ubisoft ha si portato avanti un progetto coraggioso e fresco ma lo ha relegato a gioco di seconda scelta. Scarso budget e un pessimo marketing stanno facendo il resto. Non si smentiscono mai.  Invece di creare quello che poteva diventare il primo vero gioco Next Gen magari unendo meccaniche survival, un’ambientazione inedita e tematiche mature degne di un The Last of Us preferiscono puntare sul sicuro proponendo interminabili e agonizzanti abomini targati Assassin’s Creed.

Per una volta che si vede all’orizzonte un prodotto nuovo in tutto e per tutto questo è il trattamento che i publisher gli riservano? Tre spiccioli, una pacca sulla spalla e tanti saluti. Sono sicuro che il gioco risulterà valido ma perché relegarlo a gioco di serie b, quando hai i mezzi per fare un tripla A con i fiocchi? Forse perché noi ci accontentiamo troppo, non abbiamo spirito critico e ci facciamo abbindolare facilmente, e loro l’hanno capito…