Intervista: Farenz

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Dopo aver avuto il piacere di intervistare Doctor Game qualche settimana fa, oggi voglio proporvi l’ intervista a un altro esponente dell’ angolo. Massimo esponente nel web, per quanto riguarda il mondo dei videogiochi, Farenz, bisogna dire altro? Chi non ha mai visto un suo video o letto un suo articolo, con i quali lui espone i propri concetti e pareri del mondo videoludico, senza mandarle troppo a dire. Ma non indugiamo oltre e via con l’ intervista!

Baffo_Moretti: Credo che sicuramente non hai bisogno di presentazioni, uno dei maggiori esponenti su youtube con i suoi video, e articolista su l’ angolo di farenz, ma tu quale delle 2 forme di comunicazione preferisci?

Farenz: Credo che siano due forme molto diverse, difficilmente paragonabili. Con i video ti metti in vetrina, esponi pubblicamente ciò che pensi e lo dici nella maniera che reputi più adatta al tuo stile. È questo il grande potere di youtube, darti sì visibilità ma esporti anche maggiormente alla critica degli spettatori. Gli articoli sul blog sono invece un punto di contatto che sotto certi punti di vista prediligo perché dimostrano maggiormente il senso di community che ho voluto creare tramite l’Angolo e il blog stesso. Io lancio un’idea, uno spunto di discussione e chi vuole commenta dando le proprie idee ed esprimendo pareri assolutamente soggettivi. La soggettività è sempre stato quell’elemento su cui ho voluto basare sia i miei video, sia gli articoli.

Baffo_Moretti: Ormai le sale-giochi, tanto di moda negli anni 80 e inizi anni 90 , sono diventate molto rare, ti manca questa forma di intrattenimento? Per te cosa differenzia il gioco su cabinato rispetto a quello su console?

Farenz: Ti dirò la verità, mi manca più della sala giochi mi manca il “senso di sala giochi”. La sala giochi a fine anni 80/inizi 90 non era solo un locale pieno di cabinati in cui andavi a sfogare i tuoi primi impulsi nerd, ma era più che altro un punto di ritrovo, un luogo mistico in cui “trovavi chi trovavi” e indipendentemente da chi fosse il tuo interlocutore, l’argomento era sempre lo stesso: il record a Double Dragon, il trucco per poter battere Blanka con 2 perfect, eccetera. Forse è proprio questa caratteristica fondamentale che differenzia il gioco su cabinato da quello solitario su console e purtroppo è ciò di cui sento la mancanza. Al tempo stesso però capisco anche che oggi, grazie (o per colpa) di internet, del multiplayer online, dei party di Xbox live, è sempre più estesa questa interazione virtuali con altri giocatori e il concetto stesso di sala giochi come punto di ritrovo avrebbe veramente poco senso.

Baffo_Moretti:  Una domanda che ci porta nella nuova generazione; come già chiesto in altre interviste, ogni generazione ha avuto un genere di punta, ad esempio durante questa generazione siamo stati bersagliati da un FPS dietro l’ altro, c’ è stato il periodo in cui spopolavano i platform e così via, in base a quel poco che si è visto durante l’ E3, quale pensi possa essere la nuova “moda videoludica” next-gen?

Farenz: Purtroppo credo che per molti, troppi anni, assisteremo ad un periodo di giochi caratterizzati sostanzialmente dallo “spara-spara”. Sia chiaro, non sono un detrattore degli shooter ovviamente, tuttavia questo genere è diventato talmente di moda da aver ibridato dei giochi appartenenti a generi videoludici completamente diversi, facendoli di conseguenza assomigliare un po’ tutti quanti. Se do un’occhiata al futuro, non ti so dire quale genere particolare sarà la nuova moda post-fps, tuttavia ammetto di puntare molto sul mercato indie, l’unico ambiente che può permettersi di non sottostare (troppo) a ciò che la moda detta e spesso artefice di capolavori che fanno dell’innovazione il loro punto forte.

Baffo_Moretti:  Durante la tua ultima flop10 hai messo al primo posto New Super Mario Bros. 2, motivando questa scelta, per lo scarso livello di sfida del gioco rispetto ai capitoli precedenti, ecco diciamo che purtroppo ultimamente i titoli che offrono un buon tasso di sfida divertendo il giocatore si contano sul palmo di una mano, pensi che questa tendenza possa cambiare o ormai i videogiocatori dovranno abituarsi a giochi non proprio impegnativi?

Farenz: Io in genere non utilizzo la difficoltà di un gioco come metro di giudizio di un gioco, tranne in casi veramente borderline come appunto con New Super Mario Bros. 2, in cui l’eccessiva facilità ha minato l’approccio al gioco stesso. Sarebbe stupido non ammettere che nell’ultima generazione abbiamo assistito ad un abbassamento del livello medio della difficoltà dei videogiochi e capisco come a molti ciò possa dare l’impressione di un impoverimento generale dell’abilità del videogiocatore medio. Il problema nasce mettendosi nei panni di chi i videogiochi li sviluppa e li produce e che ha il fine di abbracciare il più ampio bacino d’utenza possibile. Come fare? Rendere il gioco accessibile al maggior numero di persone può essere una strada, tra l’altro percorsa da molti. Ora dovremmo chiederci se questa è la via migliore per poter giungere a questo obiettivo, ma credo ci sarebbe bisogno di pagine e pagine per discuterne approfonditamente.

Baffo_Moretti: In questo periodo si fa un gran parlare dei titoli indie, molti (me compreso) puntano molto su questi titoli, tu cosa ne pensi? Credi che questi titoli possano smuovere un po la tendenza dei titoli “copia e incolla” che ci offrono in questo periodo?

Farenz: Come avevo accennato nella risposta precedente, sì. Credo che gli indie ci salveranno dal piattume dilagante dei titoli tripla A. Non avendo le spalle coperte dalle major ed essendo privi di vincoli, gli sviluppatori indie possono dar sfogo completo alla loro fantasia e come abbiamo già potuto sperimentare sulla nostra pelle, ciò può portare a perle di rara bellezza come Fez, Bastion o To the moon.Non a caso più passa il tempo, più i giochi prodotti autonomamente da studi indipendenti stanno acquistando via via sempre più importanza sia all’interno del mondo pc, sia pian piano anche in quello console, con sezioni dedicate negli store online.

Baffo_Moretti: Free to Play, ormai famosissimi e molto giocati, sopratutto nel mondo PC, ma se questa tendenza dovesse arrivare anche su console, li accerteresti a ben volere?

Farenz: Come no! Se durante la generazione che stiamo superando ho combattuto i dlc con tutte le mie forze, credo che i f2p saranno il futuro cancro del mondo videoludico dei prossimi anni. La politica f2p mi sta bene in un gioco per cellulari o tablet, ma non applicata al mondo dei videogiochi più “classici” da console.Sapere che Killer Instinct 3, esclusiva Xbox One, verrà commercializzato in f2p mi ha rattristato particolarmente. Anche perché vien facile pensare che se l’andazzo è quello dell’assimilare le dinamiche dei giochi mobile, oggi cominceremo ad assaporare il free-to-play su console e domani saremo alle prese col pay-to-win, ovvero un ulteriore impoverimento del videogioco stesso.

Baffo_Moretti: Non hai mai negato la tua grande passione per la maggior parte dei grandi classici Nintendo, ecco da “fan” come ti spieghi che titoli come Zelda, Mario, Donkey Kong, non cambiano formula,e ancora oggi dopo 25 anni non stufano il videogiocatore?

Farenz: Perché il mondo è pieno di due categorie di persone. Da una parte trovi stronzi come me che non si stufano mai di giocare e rigiocare determinate tipologie di gioco; dall’altra trovi invece chi non ha mai giocato a questi titoli e che, se anche comincia molto in ritardo rispetto alla loro nascita, si ritroverà comunque fra le mani giochi di elevatissima qualità.Stiamo pur certi che se col tempo fossero usciti 2-3 capitoli di Zelda da dimenticare, oggi non staremmo con la bava alla bocca in attesa di un video introduttivo del nuovo episodio per Wii U.

Baffo_Moretti: Si iniziano a considerare piattaforme di gioco, tablet, smartphone ecc… Tu dedichi un po del tuo tempo per giocare con questi device? Se si pensi davvero che i titoli per questi ultimi, possono essere una valida alternativa per i titoli delle console portatili Sony e Nintendo?

Farenz: Se mi avessi posto questa domanda 2-3 anni fa, ti avrei risposto sicuramente di no. Poi sono venuto in possesso di smartphone e tablet e la mia considerazione riguardo questa tipologia di giochi è cambiata radicalmente: se da una parte sono convinto che finché esisteranno capitoli di Mario o di Zelda esclusivi su console portatili queste ultime continueranno a splendere di luce propria, dall’altro è innegabile che il mercato dei giochi portatili ormai sia fortemente occupato da quelli sviluppati per iOS ed Android. Sinceramente non sono un grandissimo fruitore di questi ultimi, in quanto utilizzo questi device principalmente per lavoro e poco per i giochi, tuttavia mi è capitato di giocare a titoli molto “addicting” come Piante contro Zombie o Crazy Bill e se faccio un breve calcolo delle ore passate a piantare girasoli e piante sputa-semi, sicuramente supero di gran lunga quelle passate, per esempio, su uncharted per ps vita.

Baffo_Moretti: Hai mai pensato di abbandonare questa tua passione per i videogiochi? 

Farenz: No e sinceramente spero di non farlo mai. Col passare degli anni, col matrimonio, col lavoro che ti scassa sempre di più gli zebedei, ho dovuto per forza di cose diminuire le ore da dedicare al pad durante la settimana, ma mi reputo comunque ancora una persona piuttosto “attiva” dal punto di vista videoludico. Non vedo perché uno dovrebbe abbandonare una sua passione, indipendentemente dal fatto che si tratti di videogiochi o di qualsiasi altra forma di intrattenimento. Nessuno vi verrà mai a chiedere “hai mai pensato di smettere di guardare film?”.

Baffo_Moretti:   Siamo giunti all’ ultima domanda. Se tu lavorassi veramente per Sony o Microsoft che sia, un cambiamento che porteresti? Ovviamente essendo un videogiocatore!

Farenz: Credo non sia un mestiere facile. Principalmente risponderei “cercherei di ascoltare maggiormente ciò che la gente vuole”, ma se   le persone che vogliono il ventesimo God of War nel giro di pochi anni equivalgono a coloro che invece richiedono a gran voce lo sviluppo di nuovi giochi, come fare a mediare? come fare a venir sì incontro ai desideri della gente e parallelamente far guadagnare la mia azienda? Forse è un bene che mi trovi nei panni di videogiocatore.

A me non resta che ringraziare Farenz, per il tempo che mi ha dedicato e la disponibilità nel rilasciare questa intervista, è stato veramente molto gentile, sicuramente non c’è ne bisogno ma io come sempre vi lascio il link al canale e al sito dell’ angolo di farenz, nella remota possibilità che non avete mai visto un suo video o letto un suo articolo beh… Rimediate!

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