Ormai la questione del platinare un gioco è diventata una competizione agonistica senza esclusione di colpi. Si platinano giochi semplicissimi pur di veder scritto ogni sorta di numero accanto a quel simpatico simbolino, perdendo la vera concezione del platino: quella affettiva. Personalmente, mi butto in imprese platinistiche solo se il titolo mi ha VERAMENTE colpita o se è uno di quei tanti titoli rimasterizzati a cui ero affezionata nell’infanzia.. Quando scorro nella mia bacheca trofei mi piace vedere il fatidico 100 % solo accanto a quei titoli per cui ho agognato la perfezione. Il platino non è a mio avviso una sfida, ma un’avventura da intraprendere solo se ne vale la pena. Voi che ne pensate? Via al televoto!
L’importanza di platinare un gioco.
– Posted on 18 agosto 2013
Condivido il tuo pensiero. Tuttavia credo che il motivo per il quale io cerchi di platinare un gioco non sia perchè il gioco mi è piaciuto particolarmente, anzi penso che quest’ultima sia una conseguenza. Platinare i giochi nell’ 80% dei casi richiede molto tempo extra e dunque arrivo al platino solo se il gioco mi è piaciuto a tal punto da continare a giocare ancora per parecchio tempo dopo i titoli di coda.
Faccio un esempio: ho appena finito Tomb Raider. Il gioco mi è piaciuto e penso meriti anche lo sforzo da parte mia di prendere il platino. Il problema sorge quando leggo che per ottenerlo devo passare molte ore sul multiplayer, che ahime mi annoia.
Detto questo dopo aver teminato la storia principale di un qualsiasi titolo, parto sempre dal presupposto di volerlo platinare, a meno che il gioco non mi sia piaciuto o mi rovini l’esperienza del gioco stesso.
Ci sono poi sempre le eccezioni come Dante’s Inferno, che ho platinato non perchè mi sia piaciuto particolarmente, ma perchè richiedeva uno sforzo minimo (in 11 ore l’ho finito due volte e platinato).