Recensione | Heavy Rain

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Mentre tutti sono in fermento per l’uscita del nuovo gioco sviluppato dai Quantic Dream, noi ci dedichiamo a recensire Heavy Rain, titolo molto significativo sia per lo studio che per il panorama videoludico.

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Heavy Rain è un thriller psicologico in cui si intrecciano le vite di quattro personaggi, tutte collegate ad un unico misterioso individuo: il killer dell’Origami. Questo assassino ha numerose particolarità, fra cui quella di rapire e uccidere esclusivamente bambini fra i 9 ed i 13 anni, annegandoli nell’acqua piovana e lasciando sul loro petto un’orchidea e nella mano un origami. La vicenda coinvolge la città ormai da anni, ma solo grazie ai nostri quattro protagonisti potremo giungere alla verità!

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Il primo personaggio che incontreremo sarà Eithan Mars, un architetto la cui vita è praticamente perfetta fino alla morte del figlio maggiore Jason. Dopo di ciò, Eithan sprofonderà in una depressione da cui sembra non poter uscire, che non durerà molto, lasciando posto al coraggio di cui l’uomo avrà bisogno per salvare il figlio Shaun, rapito dal killer dell’origami.  

Avremo ben presto però l’occasione di guidare altri personaggi, tra cui due rappresentanti della legge. L’agente dell FBI Norman Jayden  sarà il primo ad apparire, differenziandosi subito per la sua dipendenza da una droga che crea sollievo e per i suoi occhiali speciali ARI, in grado di analizzare ogni più piccolo particolare della scena del crimine. Come opposto del giovane Norman, tecnologico e poco portato per le lotte, avremo Scott Shelby , un ex poliziotto diventato un detective privato che indagherà sul killer in una maniera molto più all’antica, servendosi sopratutto dell’aiuto di una delle mamme dei bambini rapiti. Infine, guideremo Madison Page, una giornalista e fotografa che soffre d’insonnia e che si ritroverà fra le mani il padre del bambino scomparso e, in quanto giornalista come sopra detto, non riuscirà a resistere alla tentazione di aiutarlo per ottenere una storia inedita.

Insomma, un cast notevole per una trama ricca di colpi di scena e di momenti di pura tensione, quanto di scene toccanti e atti quotidiani, della quale non potrete farvi sfuggire il minimo dettaglio.

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Anche se ritengo che la trama di un gioco sia il suo punto fondamentale, avere un gameplay che stia bene con essa non fa mai male ed Heavy Rain ne è l’esempio lampante. Il gioco infatti è più simile ad un film interattivo che ad un videogame, in quanto il nostro controllo dei personaggi sarà principalmente sulle loro azioni che sul loro movimento. Con pressioni sui pulsanti, movimenti del controller e della levetta analogica destra infatti guideremo i nostri protagonisti, ma sarà tutt’altro che semplice, in quanto il gioco ha una bellissima ma terribile possibilità: quella di morire. Infatti, volendo essere il più reali possibile, un nostro errore nel movimento o  in qualche risposta o azione durante il gioco potrebbe portare alla morte irreversibile del personaggio. Da lì, potremo andare avanti solo con i personaggi restanti, ma non con quello. 

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Inutile dire che dal punto di vista grafico Heavy Rain sia quasi perfetto. Questo quasi è da attestarsi più che altro ad alcuni cali di immagine durante le sequenze più veloci, ma dopo una tale perfezione saranno praticamente ignorabili. Inoltre il comparto audio è ben curato, con una colonna sonora che mantiene in linea di massima un ritmo simile ma che varia a seconda delle situazioni proposte. Sicuramente non ci saranno canzoni che vi rimarranno impresse come altre appartenenti a giochi diversi, ma nel contesto saranno molto efficaci.

Da un punto di vista emotivo, Heavy Rain colpisce dritti al cuore. Questo prodotto riesce infatti a prendere il giocatore e a catapultarlo in un universo molto simile al nostro e che risulta reale, così reale da suscitare ansia e preoccupazione al pensiero che simili avvenimenti possano davvero accadere. E questo spinge il videogiocatore a portare il gioco a termine nel miglior modo possibile, impedendo completamente di annoiarsi durante l’avventura. La longevità del titolo è abbastanza elevata, richiedendo circa 10 ore di gioco e passa per completare la trama principale e molte di più se si vuole ottenere il platino. Sarà infatti possibile, disattivando o mantenendo il salvataggio automatico, rigiocare i capitoli singoli del gioco, per sbloccare trofei che prima non si erano ottenuti. Aggiungo però, come opinione prettamente personale, che Heavy Rain è un gioco che la vera emozione te la da una volta sola. E ti rimane per sempre.heavyrain1Direi che è giunto quindi il momento di tirare le somme. Heavy Rain, sviluppato dai Quantic Dream nell’anno 2010 risulta essere uno dei giochi più amati degli ultimi anni, per via della trama ben strutturata, il gameplay innovativo e che ti fa immedesimare nella storia, la grafica estremamente realistica e la colonna sonora azzeccata alle situazioni tese del gioco. E per quei pochi che ancora non lo avessero giocato, noi lo consigliamo vivamente.

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