In attesa della riproposizione del titolo in HD, prevista entro il 2013, vi proponiamo la recensione di Kingdom Hearts, gioco uscito nel 2002 (28 Marzo Jap, 17 Settembre USA, 15 Novembre UE) in esclusiva PS2.
Kingdom Hearts è prodotto da SquareSoft e nasce dall’ idea di Tetsuya Nomura(character designer dei Final Fantasy dal settimo capitolo in poi, fatta eccezione di Final Fantasy IX) di creare un Jrpg con un gameplay action e di creare una fusione tra il mondo di Final Fantasy e l’universo Disney.
La storia di Kingdom Hearts inizia in un sogno, o meglio in un incubo del protagonista Sora, nel quale gli Heartless, creature nate dalla parte malvagia del cuore delle persone, cercano di far precipitare il ragazzo nell’oscurità. E’ ormai molto tempo che Sora ha questa “visione” durante il sonno. Sarà un sogno premonitore? Cosa significa tutto ciò?
Dopo il risveglio del ragazzo avremo la possibilità di esplorare le Destiny Islands, nel quale Sora vive insieme ai suoi amici del cuore Kairi e Riku, e dove i bambini vivono spensierati e felici. Le Isole del Destino possono simboleggiare una sorta di paradiso per qualunque bambino, dove ognuno di essi vorrebbe vivere per l’eternità (chi giocando non avrebbe voluto essere lì insieme a Sora?). Però si sa, tra gli umani e soprattutto tra i ragazzini, la curiosità è un istinto molto forte. Ed è per questo che Sora, Riku e Kairi hanno da tempo il desiderio di lasciare la loro isola per visitare gli altri “mondi”. Kairi infatti è giunta sulle Destiny Islands quando era molto piccola, ma non ricorda da dove, sa solo che ci sono altri mondi al di fuori delle Isole del Destino.
Così i tre costruiscono una zattera e si preparano per il viaggio, se non fosse che il giorno della partenza le creature che da giorni infestavano i sogni di Sora si presentano ai tre ragazzi, inghiottendoli nell’oscurità.
Sora si risveglierà in un altro “mondo”, La Città di Mezzo. Il suo desiderio è stato esaudito ma i suoi amici non sono con lui. Inizierà così una lunga ricerca di Riku e Kairi, accompagnati da Paperino e Pippo, che nel frattempo sono stati mandati dal re del castello Disney, Topolino, alla ricerca di Sora per motivi sconosciuti.
Questo è solo l’incipit dell’ articolata storia che vivremo giocando Kingdom Hearts, la quale ci farà visitare innumerevoli mondi Disney, come ad esempio quello di Alice Nel Paese Delle Meraviglie, Tarzan, Hercules, Nightmare Before Christmas e tanti altri, che non elenco per non rovinare la sorpresa a chi dovesse ancora giocare il titolo.
Il gameplay di Kingdom Hearts fu molto innovativo nel 2002 poichè fonde la struttura del classico gioco di ruolo giapponese con combattimenti action. Come tutti i grandi GDR della storia, le possibilità offerte dalla giocabilità sono tantissime ed impossibili da analizzare totalmente.
Possiamo innanzitutto parlare dell’ esplorazione: oltre ai “dungeon”/città inventate dagli sviluppatori, come ad esempio le Isole del Destino e la Città di Mezzo, avremo la possibilità di visitare tantissimi mondi Disney, tutti ottimamente ricreati e ognuno con la propria storia di fondo, contestualizzata ad hoc con quella delle storie originali; il tutto va inoltre ad incastrarsi perfettamente con la trama principale.
Tutti questi mondi sono rappresentati come i pianeti del nostro Sistema Solare. Per raggiungerli dovremo costruire la nostra navicella spaziale, la Gummiship, attraverso un semplice editor, con la quale potremo visitare la mappa dei Mondi e tramite un minigioco a scorrimento verticale poter raggiungere il prossimo pianteta(mondo Disney) da esplorare.
Ogni città ed ogni zona sarà ricca di forzieri da trovare, zone segrete, collezionabili(bisognerà trovare i cuccioli della Carica dei 101) ed i classici negozi presenti in ogni JRPG dove rifornirsi di oggetti.
I nemici, gli Heartless, sono presenti nelle mappe di gioco ed i combattimenti sono in tempo reale con uno stile molto action. E’ possibile concatenare colpi, lanciare magie, utilizzare oggetti curativi, evocare o utilizzare limiti, abilità speciali molto potenti che però consumeranno un gran numero di punti magia.
Al termine di ogni battaglia ci verranno conferiti automaticamente punti esperienza che ci permetteranno di salire di livello incrementando così i parametri di attacco, difesa e le statistiche di Sora e compagni.
Per lo sviluppo dei personaggi oltre al LevelUp è possibile cambiare l’equipaggiamento e attivare uno svariato numero di abilità tramite il consumo di AP(Ability Points).
In battaglia potremo controllare solo Sora, mentre gli aiutanti, Pippo, Paperino ed “ospiti”, che si aggiungeranno in particolari momenti della storia, verranno controllati dall’ intelligenza artificiale. Quest’ ultima, nonostante segua pattern molto semplici, si comporta molto bene, grazie ad una completa personalizzazione delle loro azioni dal menù di gioco.
Kingdom Hearts graficamente non punta sulla potenza, mantenendo uno stile semplice ma funzionale. Questo gli permette ancora oggi di essere giocato senza problemi e senza risentire il peso degli anni. Colpisce molto lo stile con cui sono stati creati i mondi ed i personaggi Disney, molto fedeli agli originali, ed anche i restiling dei personaggi di Final Fantasy, modificati per fondersi completamente con le atmosfere fiabesche dei mondi Disney. Bellissimo il filmato in computer grafica iniziale e finale, come da sempre SquareSoft ci ha abituato.
Di altissimo livello la colonna sonora composta da Yoko Shimomura, conosciuta per le Soundtrack di Super Mario RPG Legend of The Seven Stars, Parasite Eve, Xenoblade ed il “futuro” Final Fantasy Versus XIII. Le circa 75 composizioni sono un tuttuno con l’esperienza di gioco, tra tracce inedite e tra musiche originali Disney riadattate per l’occasione. Un plauso anche ad Utada Hikaru che ha cantato la main theme del gioco Simple and Clean.
Infine un buon lavoro è stato fatto con il doppiaggio di tutti i personaggi e per gli effetti sonori generali.
Il gioco presenta una storia scorrevole e coinvolgente, che vi terrà occupati per 35-40 ore. Queste ore saliranno ulteriormente se avrete intenzione di completare il buon numero di sub-quest, compresi i tornei del Monte Olimpo dove le nostre abilità in combattimento verranno messe alla prova.
Una gran bella sorpresa per i fan di Final Fantasy VII è presente all’ ultima sfida del Monte Olimpo, che risulta anche quella più ostica del gioco.
Kingdom Hearts è un gioco molto particolare. Fonde elementi cari agli amanti dei Jrpg con quelli di un classico Action, diventando così apprezzabile da tutti. Se vi piacciono i giochi di ruolo, i giochi action, se volete una bella storia, se volete delle belle ambientazioni, se siete fan della Disney o amanti di Final Fantasy, giocate Kingdom Hearts, approfittando della collection che uscirà durante l’anno. Se invece, come credo, avete già giocato Kingdom Hearts, spero di aver fatto riaffiorare in voi i bellissimi ricordi legati a questo titolo.
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Magnifica recensione! (Dio che ricordi T.T)
Ottima recensione !! Hai analizzato un pezzo unico di storia videoludica e i ricordi evocati si sprecano 🙂
Grazie ragazzi. Maledetta squareENIX, quando mi fate il treeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee XD
Ci sono un po’ di errori nella trama, ma è una bella recensione. Solo una cosa: per essere uscito 11 anni fa, aveva una grafica molto bella…
Non sono errori. Mancano dei dettagli (sulla partenza di Paperino e Pippo) che ho volutamente tralasciato per non fare spoiler.
Se ci sono errori almeno dimmi quali 🙂
Per esempio hai scritto che gli Heartless sono essere senza cuore. Quelli sono i Nessuno, che si incontrano in KH2.
Gli Heartless ce l’hanno un cuore, visto che quando Sora li distrugge libera il loro cuore e questo va a finire in Kingdom Hearts.
*SPOILER*
Gli Heartless sono l’incarnazione della forza oscura presente nel cuore delle persone, che ha preso il sopravvento sulla parte buona. Gli Heartless vanno alla ricerca di cuori da divorare per portarli all’oscurità e dunque generare altri Heartless. Se ti ricordi alla città di mezzo il cuore che viene liberato non appartiene all’Heartless(parte malvagia del cuore), ma è il cuore della persona (parte malvagia più la parte buona) che è in seguito diventata Heartless.
Secondo Ansem il cuore umano è composto da due parti, quella buona e quella malvagia. Quando quella malvagia prende il sopravvento nascono gli Heartless, esseri che non hanno più il cuore (poichè per definizione non hanno la parte buona) ma sono solo la sua parte oscura.
Oltre al cuore (parte malvagia + parte buona), c’è il corpo.
Il corpo, senza più il cuore che è stato divorato dagli Heartless, è solo più un involucro, senza emozioni e sentimenti. Questi sono i Nessuno.
Per quanto riguarda i cuori che vanno a Kingdom Hearts sono eventi di Kingdom Hearts 2, quando Xemnas e l’Organizzazione hanno come obiettivo quello di riottenere il cuore. Di tutto questo se ne parla nel secondo capitolo e quando ho scritto la recensione io ho pensato a Kingdom Hearts 1 come se non esistessero altri capitoli.
La grafica la trovo anch’io molto bella, non mi pare di averne parlato male o aver dato un brutto voto, anzi..
Ti ringrazio comunque per l’appunto sulla storia, la prossima volta cercherò di analizzarla meglio ed essere più chiaro 😀