Recensione: Playstation 1

Sony Playstation, prima console della Sony, messa in commercio nel 1994 in Giappone e nel ’95 in Europa e America.

Questa console fa parte della quinta generazione, è a 32 bit.

 

Sony Playstation con il primo controller

Sony Playstation 1 è entrata nel mercato con due dirette concorrenti, la Sega e la Nintendo, rispettivamente, Sega Saturn e Nintendo 64, e altre minori, come Amiga CD32, 3DO Interactive multiplayer e Atari jaguar, tutte con vendite irrisorie in confronto alla Playstation 1.

Questo sistema di gioco, nonostante partisse in svantaggio, poiché le altre concorrenti erano da anni nel settore del gaming, magari con 2 o 3 console differenti  riusci’ grazie a dei porting ben riusciti da titoli Arcade ed idee originali a sfruttare il buon comparto hardware, senza contare le esclusive e delle mascotte azzeccate per il target d’età dei giocatori, giovani adulti, fino a raggiungere ingenti quantitativi di vendita.

La scocca è rettangolare, di colore grigio, in alto possiamo notare 3 pulsanti, il pulsante accensione/spegnimento, il pulsante reset e il pulsante per l’apertura del vano contenente il lettore cd, con apertura verso l’alto. Nella parte frontale notiamo 2 slot scoperti, dove si inseriscono i controller e i vari dispositivi di gioco, e sopra ogni slot, notiamo degli sportellini con delle plastiche anti polvere, sono gli slot per le memory card, invece nella parte posteriore notiamo le varie porte per collegare la console alla corrente e al televisore e una porta parallela per pochi accessori, come per esempio l’Action Replay.

Memory card, il supporto per memorizzare i dati di gioco

La console è munita di un lettore di cd-Rom, che legge pure cd musicali. I giochi, sempre su formato CD pesano un massimo di 700 o 800 megabyte a disco, ma giochi più corposi sono suddivisi in diversi dischi.

Il salvataggio dei dati avviene su una memory card, e la console dispone di due ingressi paralleli sopra le porte d’entrata dei controller. Una features a cui si può accedere avviando la console senza dischi inseriti, consentiva di gestire due memory card in contemporanea, eliminando o copiando i dati di gioco da una all’altra.

La grafica é gestita da un chip apposito e può elaborare 16.7 milioni di colori e gestire 180.000 poligoni texturizzati oltre che al blasonato 3D.

Il sonoro supporta 24 canali da 44.1 khz

Il controller standard ha nella parte frontale una croce direzionale, 4 tasti :croce, quadrato, triangolo e cerchio, e nella parte superiore tasti L1 e L2 e R1 e R2, che stanno per left e right (sinistra e destra). Versioni successive implementarono delle levette analogiche che per pochissimi giochi sono necessari, per la maggioranza sono dei sostituti dei tasti già presenti. L’arrivo della vibrazione venne successivamente, infatti non tutti i giochi utilizzano la vibrazione, la versione definitiva era chiamata Dualshock e da esso presero vita i dualshock 2, 3 e 4 rispettivamente per ps2, ps3 e ps4.

Altri dispositivi di gioco che sono stati proposti nel corso degli anni sono le classiche pistole a infrarossi per gli shooting, o il tappetino per ballarci sopra, stile Dance Dance Revolution, oppure una canna da pesca, una chitarra, una cloche per i giochi d’aeri, un controller con uno stick e tasti sistemati a mo’ di cabinato, utile per i picchiaduro, addirittura un guanto per giocare con un approccio diverso ai vari titoli e  altri non ufficiali come volanti o controller con tasti aggiuntivi.

Pistola Guncon della Namco, creata per Playstation per i titoli shooting.

Possibili motivazioni del successo della console. Molti danno come motivazione la facilità con cui si potesse modificare per leggere giochi non originali, altri ancora dicono che i giochi erano facili da sviluppare e l’utilizzo dei cd rendeva il tutto meno dispendioso contro le cartucce da gioco concorrenti. Io penso che i giochi fanno una console nel ’95 come oggi ed una console come la Sony proponeva titoli che avevano qualità, varietà e longevità, e sopratutto, era la prima esperienza e si voleva sbalordire il pubblico, un mix perfetto che ha dato i suoi frutti, poi alcune scelte di marketing azzeccate hanno fatto il resto.

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