Recensione | Puppeteer

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Avete presente quando attendete fortemente che arrivi un anno in particolare per il numero di giochi stra-attesi che usciranno? Ma si, quei giochi stra-pubblicizzati, con 10 che fioccano persino nei paesi dove le console nemmeno esistono! Eppure, durante quegli anni, spesso e volentieri escono giochi molto validi e anche ben quotati, su cui però la pubblicità è minima. Ecco, Puppeteer appartiene a questa categoria di titoli e l’obbiettivo di questa recensione sarà far capire che, tra un GTA V e un The Last of Us, è uscito uno dei platform più validi di questa generazione.

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Puppeteer si propone come uno spettacolo delle marionette, ed in quanto tale mette in scena una favola in piena regola. Il protagonista è Kutaro, un bambino la cui anima (e testa) è stata rubata dal malvagio Re Orso, che si è impossessato della Luna scacciando la Dea. Il perfido tiranno mangia le anime dei bambini per assorbire più potere possibile ed ha frantumato la leggendaria Gemma Lunare, dandola ai suoi generali, affinché anch’essi potessero essere potenti. Con l’aiuto della Strega della Luna, della principessa del sole Pikarina e di moltissimi altri personaggi, il nostro Kutaro dovrà impossesarsi di tutti i frammenti della Gemma Lunare per ridar potere alla Dea e sconfiggere così il Re Orso. In aiuto del nostro eroe, arriverà Calibrus, un paio di forbici magiche che saranno decisive per la nostra vittoria!
Tutta la storia è perfettamente narrata da, appunto, un Narratore ed è realizzata proprio come un teatro. L’ironia che permea l’intera trama e tutti i personaggi rende il gioco piacevolissimo da giocare, in quanto non ci sarà mai un momento in cui la storia sembrerà banale, nonostante le premesse siano quelle tipiche delle vecchie favole che la mamma o la nonna ci raccontava da bambini. Ogni personaggio è ben caratterizzato e sarà facile ricordare i nomi anche per via della loro semplicità, cosa che sembra stupida ma può aiutare molto il giocatore.

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Puppeteer è un platform 2D con elementi 3D. I personaggi utilizzabili saranno due: Kutaro, ovvero il protagonista, e il suo aiutante che per la maggior parte del gioco sarà Pikarina.
Tramite l’aiutante potremo ottenere le teste per Kutaro, che serviranno un po’ come mini-vite e che avranno ognuna il suo potere speciale, dallo sbloccare le Scene Bonus all’attivare particolari poteri extra in un livello. Inoltre, sempre tramite il personaggio secondario, potremo esplorare l’ambiente di gioco e trovare simpatiche scenette e stelline extra. Le stelline serviranno, una volta che ne avremo raccolte 100, a creare le vite che in caso di morte ci salveranno al Game Over.
Kutaro, inutile dirlo, sarà il personaggio più attivo del gioco, nonostante sia l’unico muto. Usando Calibrus potremo infatti uccidere i nemici e spostarci nell’ambiente, in quanto le magiche forbici taglieranno tutto ciò che è tagliabile permettendoci sia di salire più in alto negli scenari sia di schivare i colpi dei nemici. Più avanti, ci verranno sbloccate ulteriori armi. Per esempio il gancio, che potrà catturare i nemici più piccoli (chiamati Larve) e stordirli o che potrà afferrare elementi dello scenario per distruggerli, spostarli o farli cadere. Avremo anche lo scudo, che oltre a difenderci dagli attacchi nemici sarà anche riflettente e potremo quindi sfruttarlo per rimandare indietro alcuni proiettili. La bomba servirà invece per far esplodere nemici ed elementi, mentre l’attacco del toro ci servirà anch’esso per distruggere oggetti oppure per stordire i nemici. Insomma, il «parco armi» è molto ampio e tutte quante ci serviranno, nessuna esclusa.
Le boss fight di Puppeteer sono estremamente divertenti ed originali. Saranno principalmente contro i generali del Re Orso, ed ognuno di loro avrà il proprio punto debole, che noi dovremo saper sfruttare ed attaccare. Alcuni scontri saranno frontali, come quello con Tigre, dove dovremo pian piano stordire ed uccidere il nemico. Altri saranno invece a scorrimento, come quello con Serpente, dove dovremo lentamente staccare pezzi dal corpo del boss ed infine distruggerlo. Inutile dire che i contrattempi ci saranno e che spesso dovremo sfruttare tutti i nostri potenziamenti per arrivare alla vittoria. Oltre alle boss fight principali ci sono anche quelle con i Tessitori, che saranno meno impegnative ma divertenti in equal modo.
Le fasi di gioco sono frenetiche e divertenti, non avremo mai un attimo di pausa e dovremo sempre sfruttare tutto ciò che l’ambiente ci dona per vincere contro i nemici, anche quelli più semplici. Infatti, le Larve, andranno uccise in quanto dentro di loro albergano le anime dei bambini già mangiati dal Re Orso, come anche nei generali e nei Tessitori. Uccidendo quindi tutti i nemici, libereremo i bambini e alla fine della scena ci verranno conteggiate le anime raccolte. Il gioco si divide in 7 atti totali ed ogni atto è composto da 3 scene, esattamente come a teatro.

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Dal punto di vista tecnico, Puppeteer è semplicemente perfetto. Almeno personalmente, non ho riscostranto MAI un calo, un bug, un errore di sistema… nulla. E questo, fa assolutamente piacere. La grafica del gioco è particolareggiata e coloratissima. Ogni personaggio ha un design eccellente, costruito nei minimi dettagli. I livelli differiscono uno dall’altro e vengono ambientati in posti sempre diversi, come per esempio una giungla, un deserto o lo spazio. Inoltre, dato che il titolo è ambientato in un teatrino della marionette, saranno molti i casi in cui vedremo i tipici bastoncini che reggono le marionette o che un personaggio, sfruttando la grafica 3D, schizzerà fuori dallo schermo, magari colpito dal nemico. E suppongo, dato che purtroppo non ne posseggo uno, che su un televisore che sfrutta la tecnologia 3D sia una figata pazzesca! Anche le luci che seguoni i nostri «attori» rendono più vivido l’effetto teatrale e spesso e volentieri il pubblico applaudirà, si stupirà, piangerà … come se ci fosse realmente. Il doppiaggio di Puppeteer è reso benissimo, anche perché essendo marionette non c’è bisogno che il doppiatore segua il labiale. Le voci sono però scelte alla perfezione, come quella pungente e sarcastica di Pikarina, quella cupa e roca del Re Orso o quella teatrale e con toni inaspettati del Narratore. Ogni emozione dei personaggi traspare dalle loro voci e questo è estremamente importante se si calcola che i personaggi stessi non hanno espressioni e quindi l’unico modo per capire se sono tristi o felice è sentirne la voce e vederne i gesti. La colonna sonora è esattamente quella che ci si aspetta da un teatrino, piena di brani allegri e favoleggianti (esiste questo termine? Non credo!) e anche di canzoni piene di pathos… più o meno. Inoltre, non so se anche per voi sarà o è stato così, ma la scena del canto della Sirene mi ha fatta morire dalle risate. 

Puppeteer

Che dire, sono stata anche fin troppo prolissa, ma questo gioco meriterebbe il triplo della parole che ci ho speso io. Lessi in alcune recensione estere che Puppeteer è il perfetto esempio di arte mista al divertimento e alla qualità e non posso assolumente dissentire. Questo gioco è frenetico, ironico, visivamente perfetto, con un sonoro coinvolgente e mai ripetitivo, con un’interpretazione magistrale dei doppiatori e una trama che anche se semplice si dimostra sempre interessante. Il mio consiglio è questo: tra uno sbavare dietro ad un open world e il piangere per una scena di un titolo carico di sentimenti, giocatevi questo platform. Il prezzo è basso, il gioco è molto longevo, la difficoltà è nella media. Insomma, non avete scusanti. 

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