Recensione | Rain

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Il panorama videoludico si sta espandendo ampiamente al digital delivery. Molti studi di produzione si dedicano alla realizzazione di titoli in esclusiva su piattaforma digitale, da Steam all’ XBOX Live o ancora al PSN. Quello di cui parleremo oggi è un gioco prodotto dai Japan Studios, creatori di capolavori come ICO, Shadow of the Colossus o il più recente Puppeteer. Oggi, parleremo di Rain, titolo in esclusiva sul Playstation Network, disponibile dal 2 Ottobre 2013. Oggi parleremo di un piccolo capolavoro.

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Un bambino, durante una notte piovosa, si affaccia alla finestra. Intravede una bambina dal corpo trasparente, visibile solo per merito delle gocce di pioggia. La piccola scappa da una creatura malvagia che la vuole catturare e uccidere, ovvero L’Oscuro. Il bambino la segue, attraversando una porta che lo condurrà in questa città constantemente piovosa, uguale alla sua, ma oscura. In questa strana città delle creature, anch’esse visibili solo sotto la pioggia, inseguiranno il bambino e la bambina, costringendoli a fuggire, nascondersi e collaborare. Tutto questo, fino a quando non ritroveranno la speranza della luce, in un mondo oscuro.
La trama di Rain incanta, colpisce per la sua semplicità e per la sua poetica. La pioggia, che spesso è simbolo di tristezza, qui diventa solo un magico suono di accompagnamento per le avventure dei nostri protagonisti, che per tutto il gioco non diranno una singola parola. Ad accompagnarci saranno solo la pioggia, l’oscurità e la speranza.

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Il gameplay del gioco si mantiene su delle solide basi da avventura/puzzle. Dovremo cooperare con la bambina per spostare oggetti pesanti, salire su ripiani molto alti per sfuggire ai nemici, trovare chiavi per aprire le porte … insomma, un gameplay classico. L’ elemento cardine del tutto è, però,  la pioggia. Ci renderà visibili ai nemici, mentre i posti riparati ci nasconderanno. La nostra bravura starà tutta nello sfruttare questi elementi delleo scenario a nostro favore, anche nelle situazioni più critiche. Sia chiaro, il gioco non è particolarmente difficile, tutt’altro, ma in ogni caso dovremo prestare particolare attenzione alle zone coperte per impedire ai nostri inseguitori di catturarci. Se proprio devo trovare un difetto a livello tecnico, è sicuramente l’intelligenza artificiale, che nonostante sia curata, pecca proprio a livello di nemici. Essendo infatti anch’essi invisibili, perché mai non ci inseguono sotto le tettoie o dentro gli edifici? Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che, essendo principalmente animali, non ragionino? Sinceramente penso sia più una svista dei creatori del titolo, ma non così grave, del resto.
Non vi sono collezionabili o simili, ma una volta terminato il gioco potremo rigiocare gli 8 livello alla ricerca di alcuni ricordi nascosti. Il titolo è abbastanza breve, attestandosi su più o meno 3-4 ore di gioco.

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Il comparto audio/visivo è sicuramente il fiore all’occhiello di Rain. Dal punto di vista grafico, è praticamente perfetto. Gli effetti registici sono sensazionali per un gioco di questo tipo che ha bisogno di una buona regia per funzionare. La grafica è semplice ma ben realizzata, l’effetto della pioggia è magistralmente gestito ed il mondo di gioco è cupo quanto basta a trasmettere tristezza e un po’ di mistero. La città è abbastanza ampia, i paesaggi sono spesso splendidi e i personaggi, con quell’effetto trasparente, rendono benissimo. I “filmati” sono disegni fatti con gli acquerelli, dai colori delicati e dai movimenti volutamente statici. Il bianco che regna sullo sfondo di questi ultimi sta a rappresentare la purezza dei protagonisti del gioco. Le frasi che saranno scritte sia nei filmati che durante l’avventura sono semplici, spesso lasciate in sospeso, per rendere la delicatezza del gioco. L’incanto di Rain sta tutto nel suo effetto visivo, in quello che il gioco trasmette mischiando trama e impatto esterno sul giocatore.
La colonna sonora è davvero ottima, con brani circensi nelle scene più «allegre» e con melodie magici e tristi nella maggior parte dei casi. Vorrei citare in modo particolare Claire de Lune di Debussy, tema principale del gioco, sia nella sua forma classica che nella versione cantata da Connie Talbot, che ho apprezzato moltissimo e che ritengo splendida e degna del brano originale. Doppiaggio non ce n’è, in quanto il gioco è praticamente privo di personaggi parlanti e persino il “narratore” lascia a noi il compito di usare la nostra voce per leggere le sue frasi.

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Rain non è certamente un gioco per tutti. Il prezzo di 12,99 per un titolo di comunque 4 ore può scoraggiare moltissimo. Ma sinceramente, preferisco spendere 13 euro per un gioco poetico e toccante come questo, che 70 euro per il solito seguito di una saga o per un gioco spacciato per innovativo quando non lo è. Rain è una piccola perla digitale, uno di quei giochi creati per incantare e commuovere il giocatore… e con me ci è riuscito benissimo. Lo consiglio a tutti gli amanti di questi tipo di giochi e a chi, per una volta, vuole guardare ai videogiochi con il cuore. 

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