Recensione | Resident Evil 2

RE2 recensione

Dopo uno stravolgimento della saga di Resident Evil attuato dal quarto capitolo e protratto fino al sesto (sperando arrivi il tanto acclamato cambio di rotta !!), in noi videogiocatori passionali non possono che riaffiorare i ricordi legati ai primissimi capitoli di questa saga.
Il nostro Light8 vi ha già parlato dell’ultimo vero baluardo della saga di Resident Evil nella sua ottima recensione. Io ora invece mi vorrei soffermare sul primo a cui abbia mai giocato e che personalmente ritengo il punto massimo della serie.
Parliamo oggi di Resident Evil 2.

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Il primo Resident Evil spiazzò l’intero mondo videoludico per le innovazioni incredibili che portava con sé, reinventando di sana pianta un genere mai sfruttato a dovere. Con Resident Evil 2, Capcom bissò il successo ottenuto qualche anno prima , ottenendo un fantastico riscontro di critica e di vendite…tanto da essere indicato da molti come il miglior capitolo della saga. Tuttavia il suo sviluppo fu tutt’altro che semplice : appena qualche mese dopo la pubblicazione del primo capitolo, Capcom presentò la prima versione del suo seguito…titolo che però venne abbandonato e che ora è riconosciuto come Resident Evil 1,5 (il cui codice sorgente è stato reso pubblico casomai qualche anima pia ci voglia lavorare su). A causa di una trama che non dava troppi sbocchi per dei futuri intrecci con altri capitoli, si decise così di ricominciare da zero con il passaggio di testimone della produzione da Shinji Mikami a Hideki Kamiya.
Da questo punto in avanti il gioco subì una notevole metamorfosi : su tutte le variazioni annoveriamo la protagonista femminile, che da studentessa universitaria di chimica (Elza Walker) è cambiata in Claire Redfield, e nella location, che da ambientazione urbana è mutata nella tanto amata stazione di polizia. Soprattutto questo ultimo cambiamento è forse quello che ha decretato il successo di Resident Evil 2, in quanto le stanze anguste, i corridoi ciechi e gli spazi ristretti danno qual senso claustrofobico che è diventato il marchio di fabbrica della saga.

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Cambiando certi aspetti inevitabilmente è stata modificata anche la trama stessa del gioco. I fatti di Resident Evil 2 si svolgono nella fittizia cittadina di Raccoon City ed i nostri protagonisti saranno Leon Scott Kennedy, un giovane e belloccio poliziotto al suo primo giorno di lavoro (che fortuna xD), e la già citata Claire Redfield, sorella del membro della S.T.A.R.S. Chris. Quindi abbiamo una struttura narrativa a campagne multiple per un totale di sei avventure : lo scenario A e B sia per Leon che per Claire e la possibilità di interpretare anche Hunk e Tofu una volta portati a termine i primi quattro scenari.
Questo espediente molto utile serve ad aumentare di molto la longevità generale del titolo, la quale si attesterebbe a dei livelli piuttosto bassi. Tuttavia l’affrontare la storia da due differenti punti di vista, differenti ma complementari, riesce a creare un ben delineato universo di gioco.
Le avventure di Leon e Claire sono sì intrecciate ma vi sono delle sostanziali diversità per quanto riguarda le location visitabili, gli oggetti da recuperare e soprattutto per i comprimari che ci faranno da supporto. Infatti se a Leon verrà affiancata una enigmatica e, diciamolo pure, stronzetta Ada Wong, Claire avrà invece a che fare con la piccole Sherry, figlia degli scienziati William ed Annette Birkin responsabili della creazione del virus-G.
Punto fisso di entrambe le campagne è la lotta, chi per un motivo e chi per l’altro, contro la multinazionale Umbrella Corporation, casa farmaceutica responsabile dei terribili disastri che stanno accadendo in città. Attraverso la diffusione del virus-G la compagnia ha dato vita ad un esercito di non morti e di creature abominevoli che hanno messo a repentaglio la sicurezza del mondo intero.

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Parliamo ora del gameplay. Giocato oggi sono subito evidenti i limiti in termini di giocabilità che affligge questo titolo, tuttavia il tutto va contestualizzato all’anno in cui uscì Resident Evil 2. I movimenti compassati del protagonista ed il sistema di telecamere fisse potrebbero risultare oggi come un impedimento alla fruibilità del gioco, ma a parere mio va vista sotto un altro punto di vista : i due elementi sopracitati, assieme a molti altri, sono fondamentali per creare quell’atmosfera angosciante che da sempre caratterizza il brand (e che ahimè si è perso inesorabilmente!!). Ogni qual volta si doveva svoltare un angolo vi era quel mezzo secondo in cui la telecamera staccava per caricare l’inquadratura successiva e l’ansia saliva alle stelle. Essendo però un gioco dalla mappa non vastissima, questo semi-problema viene annullato dalla seconda partita in poi siccome sarà semplice imparare la locazione di nemici ed oggetti chiave.

A livello di genere siamo di fronte, come abbiamo già detto, ad un puro survival horror…nomenclatura della quale molti titoli si sono fregiati in questi anni senza averne il diritto (compresi alcuni capitoli della saga stessa !!). Fulcro del gioco è quindi affrontare ondate di zombie assetati di sangue con le risicate munizioni che troveremo lungo il percorso : difatti uno degli elementi chiave di Resident Evil 2 è proprio la padronanza che si deve acquisire nella gestione delle proprie risorse. Anche gli oggetti curativi (le solite erbe e spray medici) sono presenti in numero piuttosto limitato e spesso capita di trovarsi in situazioni critiche senza la possibilità di poter rigenerare la propria salute. Ad aumentare notevolmente questo senso di impotenza c’è poi la gestione dell’inventario a blocchi : attraverso questo espediente saremo così obbligati a scegliere oculatamente gli oggetti da portarci appresso, correndo il rischio di non possedere con sé l’oggetto necessario per procedere…dovendo così ripercorrere i nostri passi fino alla stanza di salvataggio più vicina e ricorrere ai bauli. Così come nel primo RE, i bauli saranno fondamentali per depositarvi gli oggetti in esubero per poi recuperarli una volta ce ne sia il bisogno. Altro fattore che rende il titolo una vera gatta da pelare risiede nei salvataggi, affidati alla classica macchina da scrivere utilizzando i nastri, i quali non sono affatto illimitati : sarà quindi opportuno calcolare quando e se salvare la partita.
Come dimenticarsi poi degli enigmi. Queste fasi, riprese e migliorate dal primo episodio, sono il vero fiore all’occhiello di Resident Evil 2 : non stiamo parlando di sezioni dalla difficoltà insormontabile ma sapranno comunque come tenerci impegnate le meningi.
Tutte features che, inserite in un titolo moderno, farebbero urlare allo scandalo (probabilmente non il sottoscritto) ma che hanno fatto sì che Resident Evil diventasse l’icona videoludica che tutti noi conosciamo…salvo poi mandare all’aria tutto…ma questa è un’altra storia.

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Tecnicamente parlando Resident Evil 2 è uno di quei titoli che sono invecchiati, ma che l’hanno fatto davvero molto bene ! Anche inserendo ora il disco di gioco, non si può che restare ammaliati da un livello grafico che per il 1998 era stupefacente e che tutt’oggi si lascia guardare con molto piacere. Ovviamente tutte le location sono sviluppati tramite fondali prerenderizzati..ed è forse proprio questo che lo rende ancora oggi apprezzabile. Non dimentichiamoci che quegli erano gli anni in cui i titoli in 3D si stavano affermando con decisione, tuttavia Capcom decise di andare controcorrente sviluppando il suo Resident Evil 2 con una tecnologia che stava diventando vecchia…ma il tempo e i fan gli hanno dato più che ragione.
Come sonoro è innegabile che il lavoro è di pregiata fattura, sia per quanto riguarda la OST (con pezzi sicuramente non memorabili ai livelli di un Final Fantasy ma studiati a puntino per l’occasione), sia per ciò che concerne effetti ambientali e doppiaggio.

Per concludere possiamo dire che Resident Evil 2 è il degno successore di una delle migliori rivelazioni dell’era 32 bit. Dopo un fantastico primo capitolo, Capcom è stata abile a ripetersi portando la saga ad un nuovo livello creando un titolo praticamente perfetto sotto ogni punto di vista : una trama ben orchestrata, la conoscenza di personaggi inediti che ci diventeranno molto cari in futuro, un gameplay ben articolato ed un comparto tecnico ottimo all’ora e ancora adesso, hanno reso Resident Evil 2 una delle pietre miliari della cara vecchia PS1, nonchè dell’intera storia videoludica.
E non fatevi scoraggiare dal fatto che siano passati ormai un bel po’ di anni…titoli come Resident Evil 2 non risentono assolutamente le primavere sulle spalle.

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