Recensione | Resident Evil 3: Nemesis

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Resident Evil 3: Nemesis (Biohazard 3) esce nel 1999 sulla prima PlayStation, portando avanti la saga che con il primo Biohazard si era imposta come icona del genere Survival-Horror nei videogiochi. Il titolo infatti punta su tutti quegli elementi cari ai fan della saga, ovvero le ambientazioni cupe ed il costante senso di angoscia ed impotenza, seppur la giocabilità sia condita da elementi action.
E’ triste pensare come la saga sia peggiorata in questi ultimi anni e, indipendentemente da chi abbia o meno apprezzato i “nuovi” Resident Evil TPS, è palese che dispiace a tutti l’abbandono e lo stravolgimento dell’anima della serie.

 

 

 

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Il gioco non è un vero è proprio seguito di Resident Evil 2, in quanto cronologicamente inizia un giorno prima. Non risulta nemmeno un prequel, poichè anche se le vicende iniziano prima rispetto agli eventi di Resident Evil 2 (il 28 settembre), termina un giorno dopo (il 2 ottobre). E’ quindi un capitolo parallelo, che ricopre un lasso temporale leggermente più ampio.

 

 

 

 

 

 

Il gioco ci fa impersonare la bella Jill Valentine, in lotta per fuggire da Raccoon City, città devastata a causa della diffusione del Virus-T, il quale ha trasformato la popolazione in zombie. La nostra protagonista non dovrà solo sopravvivere e fuggire dagli zombie, poichè la casa farmaceutica responsabile della creazione del virus e della sua diffusione, l’ Umbrella, ha inviato in città una potente arma bio-organica, un nuovo tipo di tyrant chiamato Nemesis, con lo scopo di uccidere tutti gli agenti della S.T.A.R.S., in quanto testimoni oculari degli oscuri progetti dell’ Umbrella e del disastro della villa Spencer(eventi di Resident Evil 1). Per chi non lo sapesse, Jill Valentine fa parte di questi agenti e sarà per tutta la durata del gioco braccata da questo Tyrant che le lascierà ben poche vie di salvezza.

 

 

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A questo punto non si può che elogiare il lavoro fatto con Nemesis. Esteticamente ripugnante, ci metterà un senso d’ansia e angoscia che, personalmente, ho ritrovato pochissime volte in un videogioco. E’ sicuramente uno dei boss e antagonisti migliori che siano mai stati creati, seppur non abbia una caratterizzazione psicologica vera è propria. Non ne ha bisogno, infatti. L’unica cosa che dobbiamo sapere è che è una arma creata per uccidere, e ci basterà incontrarla una sola volta nel gioco per capire che affrontandola la morte sarà quasi certa.

 

 

 

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Il gameplay del titolo è il classico visto nei primi due Resident Evil. Le telecamere sono fisse, per accentuare momenti come la comparsa improvvisa di uno zombie o l’ansia di non sapere cosa troveremo al prossimo angolo svoltato. Le munizioni e le erbe curative sono scarse e sarà dunque doveroso fare economia, conservando tutto ciò che riusciamo a trovare nei bauli senza fondo, famosi nel brand Resident Evil, che troveremo in stanze specifiche. Rispetto a Resident Evil 2 è stata introdotta la possibilità di girarsi di 180° e la schivata rapida. E’ stato inoltre inserito un nuovo sistema di creazione di munizioni: sarà necessario raccogliere 2 tipi di povere da sparo, A e B, da mischiare per creare diverse combinazioni (AA, AB, C, ecc.), così da creare, attraverso il ricaricatore, le munizioni per l’arma di cui avremo bisogno.
Non mancheranno i tantissimi enigmi, a mio parere i migliori della serie, poichè li ho trovati meglio contestualizzati.

 

 

 

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Graficamente il titolo è magnifico. Ci sono davvero pochissimi difetti grafici, e la PS1 risulta sfruttata al pieno del suo potenziale. Gli scenari prerenderizzati sono ricchi di dettagli e ben disegnati, ottimi anche i modelli poligonali di personaggi e nemici.
Il comparto sonoro è di tutto rispetto. La colonna sonora presenta tracce adatte ad ogni momento di gioco, capace di tranquillizzarci nei momenti di respiro, ad esempio nella stanza di salvataggio e dei bauli, e terrorizzarci nei momenti in cui incontreremo il Nemesis. Buono il doppiaggio inglese, che dopo le interpretazioni pessime del primo capitolo è stato migliorato. Eccellenti invece gli effetti ambientali, come i passi, le armi, e quelli di atmosfera (corvi, vento e nemici).

 

 

 

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La longevità risulta nello stesso tempo uno dei punti forti e deboli del titolo. La campagna non può essere più coinvolgente di così, capace di tenerci con il fiato sospeso dall’inizio alla fine. Nonostante non ci sia un sistema a “scenari”, simile a Resident Evil 2, che permetteva di rigiocare la campagna con alcuni momenti della storia cambiati, ampliando non di poco la rigiocabilità, è stato inserito un sistema di scelte che modificano alcuni eventi della storia, decidendo in ogni occasione se affrontare Nemesis o fuggire, se interagire con un oggetto oppure no, se visitare prima una zona di un’ altra.
Purtroppo la storia è abbastanza breve. Il gioco è completabile in circa 6-7 ore con la prima run. Conoscendo gli enigmi impiegherete sempre meno, riuscendo a completare la storia anche in una manciata di ore. Per questo motivo è stata inserita una nuova modalità, Mercenaries, nella quale potremo scegliere un personaggio ed affrontare una sfida obiettivo in uno scenario, sopravvivendo alle orde di nemici al suo interno e cercando di migliorare sempre di più il nostro punteggio.

L’unico vero difetto del titolo risiede nel livello di difficoltà della campagna singola. Sono presenti due livelli di difficoltà: quello semplice e difficile. La modalità semplice è troppo facile, rovinando in parte il gioco. Saranno presenti sin dall’inizio quasi tutte le armi all’interno del baule degli oggetti, al punto che riusciremo a giocare la storia depositando da subito la pistola.
La modalità difficile è molto più appagante, mostrando la vera anima survival horror del titolo, la quale risulta però molto complessa ai meno esperti. La modalità semplice doveva essere meglio strutturata in quanto si sente la mancanza di una difficoltà media.

 

 

 

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Resident Evil 3: Nemesis è uno dei survival horror più belli della storia. A tutti quelli che non hanno giocato la “vera” saga di Resident Evil, avvicinandosi ad essa da Resident Evil 5, è vivamente consigliato provare i vecchi capitoli, reperibili dal PlayStation Store. Se siete amanti del genere e non giocate i primi Resident Evil sappiate che vi state perdendo uno dei migliori esponenti (e per molti videogiocatori il miglior esponente) del genere survival horror da sempre.

 

 

 

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