Recensione – Shadow of Mordor

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Da videogiocatore di vecchia data potrei citare innumerevoli casi di licenze di lusso gettate alle ortiche con prodotti mediocri. Ne siamo tuttora spettatori all’uscita di blockbuster cinematografici che riversano sui nostri dispositivi gli immancabili tie-in videoludici dalla scarsa qualità alcuni dei quali fortunatamente relegati al solo mercato mobile.

Capita poi che dal nulla spuntino fuori titoli che invece quella licenza la sfruttano nel migliore dei modi producendo saghe di grande qualità come i Batman dei Rocksteady. Proprio alla produzione dell’uomo pipistrello i ragazzi di Monolith Studios si sono ispirati per alcune meccaniche di gioco fondendole con altre prelevate dalla nota saga di Assassin’s Creed e condendo il tutto con la lussuosa licenza del Signore degli Anelli. Il risultato è il tema di questa recensione ovvero Shadow of Mordor. Partiamo quindi analizzando la storia che ovviamente non potrà essere pienamente originale essendo il canale in cui si inserisce già scavato da Tolkien nei suoi libri. Shadow of Mordor si colloca tra la fine de Lo Hobbit e La Compagnia dell’Anello ed avrà come protagonista Talion, un ranger a guardia del Nero Cancello che rimarrà vittima della Mano Nera durante un assalto mosso dallo stesso Sauron per riconquistarlo. Nella lotta, Talion perderà la vita assieme alla moglia e al figlio che verranno uccisi davanti ai suoi occhi. Il freddo abbraccio della morte non sarà però la fine dell’uomo perché un oscuro elfo spettrale (di cui terremo nascosta l’identità per evitare Spoiler) lo riporterà in vita per stringere un’alleanza per vendicarsi di Sauron e ritrovare la memoria perduta.

A parte alcune licenze e omissioni di lusso, la trama del gioco riesce a ritagliarsi una fetta coerente e consistente all’interno degli avvenimenti della Terra di Mezzo e questo è un pregio del gioco che sarà sicuramente gradito sia a chi conosce un poco il lore di Tolkien sia a chi può recitare a memoria gli avvenimenti delle quattro ere.

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E’ però il Gameplay l’aspetto fondamentale su cui è bene soffermarsi a lungo perché rappresenta quello che rende il titolo degno di essere acquistato. Avendo preso spunto da due titoli rinomati si potrebbe pensare che il compito a casa fosse praticamente fatto ma pensarla così sarebbe un grave errore. Shadow of Mordor possiede una faretra ricca di frecce ed il sistema Nemesi ne rappresenta l’apice.

La mappa di gioco nella quale vi muoverete funziona come nel classico canovaccio dell’assassino Ubisoft e la stessa sarà divisa in aree aventi ognuna una torre di sorveglianza. Sbloccare tale edificio vi permetterà di visualizzare le quest secondarie e i collezionabili di quell’area, utili per completare gli immancabili obiettivi/trofei. Il gioco è diviso in due grosse macro aree la seconda della quale sarà accessibile a circa metà del gioco. All’interno dell’area avrete come al solito le quest principali, indicate in giallo, che faranno progredire la trama e che nelle prime ore serviranno anche da tutorial. Le altre quest, in bianco, saranno utili a sbloccare potenziamenti mentre le rosse saranno dedicate al sistema Nemesi. Tale sistema rappresenta l’ossatura sulla quale si baserà la vostra avventura e la trama che andrete a vivere. L’esercito di Sauron sarà infatti diviso secondo una gerarchia militare precisa che culminerà con i Comandanti, la più alta carica raggiungibile dagli orchi. Il vostro scopo sarà quello di scalzare o soggiogare tali comandanti e per farlo dovrete necessariamente iniziare dal basso dell’organigramma uccidendo i suoi sottoposti oppure convertendoli al vostro volere per poi aiutarli a scalare velocemente la gerarchia. Affrontare subito un comandante equivale al suicidio sia perché l’orco avrà dalla sua tutti i suoi sottoposti sia perché all’inizio il protagonista sarà più simile al burro che non ad Aragorn. Ovviamente non potrete morire definitivamente ma i programmatori hanno pensato bene di penalizzare le morti del giocatore aumentando il livello dell’orco che vi ha ucciso che a sua volta potrebbe scalzare un orco di grado superiore acquisendo ulteriori livelli e paradossalmente uccidere un orco militare che avevate soggiogato a fatica. Riuscire a destreggiarsi nel sistema Nemesi non solo sarà piacevole ma anche redditizio ed è questo l’aspetto più bello del gioco che lo rende vivace e sempre attraente anche dopo aver macinato ore davanti al televisore. Concludiamo la parte dedicata al gameplay parlando dell’ovvia evoluzione del personaggio che vi permetterà di trasformarvi dall’impaurito ed impacciato ranger in una macchina da guerra stile Commando. Esistono varie fasi di evoluzione da considerare. La più classica è quella del livello del personaggio che sbloccherà determinati rami dell’albero delle abilità in cui spendere i punti che acquisirete completando le quest. Poi abbiamo il sistema di rune che saranno lasciate dai cadaveri degli orchi con almeno un grado militare e che ovviamente saranno proporzionali al livello dello stesso. Le rune andranno applicate ad una delle tre armi (spada, pugnale ed arco) e ne aumenteranno le capacità a patto di aver sbloccato gli slot opportuni a loro volta disponibili spendendo un’altro tipo di punto esperienza acquisibile con delle quest inerenti l’arma stessa.

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Come vedete di carne al fuoco ne è stata messa molta proprio per garantire varietà al gioco e permettere di trovare e provare qualcosa di nuovo anche dopo aver consumato la decina standard di ore di gioco.

Prima di concludere la nostra disamina, spendiamo due parole sui protagonisti della storia. Talion non vincerà sicuramente il premio Carisma 2014 ed in definitiva sia lui che l’elfo sono mossi dallo spirito di vendetta più che da valori morali più nobili. Questo rende dialoghi e situazioni piuttosto stereotipate e figlie di un “gia visto” che impera per tutta la durata della storia ma che fortunatamente non danneggia la qualità del titolo per quelle persone che non si aspettano una trama alla Philip K. Dick. Sui comprimari c’è poco da dire. La comparsa di Gollum doppiato quasi fedelmente alla prestazione di Francesco Vairano, ci permette di sentirci maggiormente parte del mondo di Tolkien ma i pochi PNG rimanenti risultano piuttosto monocorde con l’unica eccezione del Nano a cui è adibito il ruolo di “macchietta comica” e per questo motivo più piacevole. Proprio citando il doppiaggio di Gollum possiamo affermare che l’Ombra di Mordor ricade fortunatamente nella schiera dei giochi che hanno ricevuto un ottimo trattamento in tal senso. Sia gli umani che gli orchi sono doppiati superbamente e questi ultimi hanno timbri di voce particolari e gutturali in linea con quanto visto nei film ed in grado di trasmettere quella sensazione di minaccia e “sporcizia” che la loro razza richiede.

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Finiamo con la longevità del titolo che ovviamente può essere distinta in due tronconi principali. La storia principale si compone di 25 missioni alcune delle quali relativamente brevi. Proseguire su questo percorso renderà il titolo terminabile entro le 10 ore ma di fatto sarebbe come assaggiare le decorazioni di una torta lasciando il resto sul piatto. Le quest secondarie non sono molto varie ma grazie al sistema di nemesi saranno comunque intriganti ed utili (se non addirittura necessarie) ad aumentare le capacità del vostro personaggio che nelle prime fasi di gioco vi assicuro morirà con una certa e disarmante frequenza.

Personalmente sono rimasto soddisfatto dal quantitativo di ore godute e della qualità delle stesse con un plauso ai programmatori che hanno saputo tenere alta l’asticella della qualità fino alla fine dei giochi e garantendo soprattutto che il gioco terminasse poco prima che l’intera struttura sconfinasse nel regno della “ripetitività”.

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Giudizio finale: Non credo che ci sia altro da aggiungere. Il gioco non è esente da difetti come la poca profondità dei personaggi ma a mio parere sono peccati di poco conto che non intaccano la qualità del titolo. Se le meccaniche di Assassin’s Creed ed il combat system di Batman vi sono piaciuti e non disdegnate l’ambientazione fantasy medievale, indipendentemente dall’essere parte del mondo di Tolkien, allora fate vostro l’Ombra di Mordor. Una licenza ben sfruttata ed un comparto tecnico e di gameplay ben studiati rendendo il titolo un Must Have specialmente su Next Gen.