Recensione | The Last of Us

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The Last of Us. Una nuova IP che praticamente tutto il mondo videoludico attendeva. Le recensioni estere riportavano voti altissimi, giudizi ottimi, la perfezione praticamente. Oggi andremo a vedere se realmente il nuovo titolo Naughty Dog vale la pena di essere giocato.

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Un fungo parassita contamina il cervello delle persone, facendole impazzire. I malcapitati diventano mutanti violenti e spinti dal desiderio di uccidere. Gli uomini, al tempo stesso, pensano solo alla propria sopravvivenza, creando varie fazioni disposte ad uccidersi fra loro per cibo e armi. Joel è un sopravvissuto che di mestiere fa il contrabbandiere. Per una serie di eventi arriverà in contatto con una serie di rivoluzionari, le Luci, e verrà praticamente obbligato a scortare la giovane Ellie per metterla in salvo: la ragazza è infatti l’unico essere umano ad essere stato contaminato dal fungo parassita e ad non esserne stato sopraffatto. Inizia, con questo incipit, un viaggio tra le crudeltà di un mondo che sta lentamente cadendo a pezzi.

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Su The Last of Us c’è tanto da parlare, ma andiamo con ordine, iniziando dal gameplay. Ci viene data principalmente la possibilità di scegliere il nostro stile di gioco, anche se il titolo nasce come “survival horror/stealth” e sarà quindi la nostra capacità di sfruttare ripari e risorse a giocare a nostro vantaggio. La cosa più affascinante del gioco è, infatti, il realismo a cui si punta, sotto tutti gli aspetti. Le scorte saranno davvero poco e saremo noi a doverle sfruttare a seconda delle necessità. A volte ci ritroveremo a dover prendere delle decisioni: usare un coltello per sbloccare una porta dietro la quale potrebbero esserci viveri, oppure usarlo per uccidere il mostro davanti a noi?  Con questa domanda concludo la parte sulle scorte e passo alle armi. Avremo a nostra disposizione pistole(El Diablo, Revolver, 9mm ecc.), fucili di ogni tipo (a pompa, da caccia, d’assalto) e addirittura un lanciafiamme, tutti sbloccabili andando avanti nel gioco. Raccogliendo gli oggetti giusti si potranno anche creare molotov (bottiglie incendiarie) e delle particolari bombe che una volta esplose scaraventeranno molti pezzi di ferro contro l’avversario.  Spesso però dovremo sfruttare il fattore furtività e cogliere il nemico alle spalle, strangolandolo o accoltellandolo. Insomma, i modi per difenderci ci saranno eccome.  Parlando di salute, sarà possibile rinnovarla tramite i kit medici che noi stessi dovremo il più delle volte fabbricarci. Sottolineo che sarà praticamente impossibile curarci in battaglia, in quanto la cura richiederà abbastanza secondo, che durante i combattimenti non avremo. Le qualità fisiche di Joel potranno essere incrementate assumendo delle pillole particolari che troveremo in giro per il mondo di gioco. Per esempio, la capacità di ascolto, di cui Joel si serve per sentire i nemici senza vederli,  potrà essere ampliata talmente tanto da sentire un soldato molto lontano da noi.

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I nemici in The Last of Us sono vari e con diverse caratteristiche. Per esempio vi sono i Runner, infetti non ancora troppo gravi ma con una forte aggressività, oppure i Clicker, infetti ricoperti di funghi sulla testa e sugli occhi, che li rendono ciechi ma estremamente sensibili ai suoni. Ma se posso permettermi una considerazione, il nemico più temuto è senza dubbio l’uomo. Ci ritroveremo con interi gruppi di cacciatori alle spalle, pronti ad ucciderci per rubarci scorte oppure per rapirci. Capita spesso, in questi giochi post-apocalittici, che l’uomo faccia più paura del mostro, ma in The Last of Us vengono raggiunti livelli altissimi di nervosismo, soprattutto quando si è inseguiti da un pazzo furioso e omicida.

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Una parentesi va fatta sulla sinergia tra Joel ed Ellie: i due praticamente non si sopporteranno per buona parte del gioco. Costretti però dalle circostanze a lavorare insieme, si ritroveranno spesso a salvarsi a vicenda. Il peso leggero di Ellie le consentirà di salire su tavole di legno galleggianti e arrivare in posti inaccessibili, oppure il suo corpo snello potrà infilarsi tranquillamente in fessure strette e passare al di là di porte bloccate per sbloccarle. Joel è invece l’uomo forzuto della situazione e quindi sarà compito suo far fuori i gruppi di nemici, alzare serrande pesanti e spostare oggetti troppo grossi per la ragazzina. Molto spesso quando vi è qualcuno da difendere nei videogiochi, quest’ultimo risulta inutile. Invece in The Last of Us sarà proprio la presenza di Ellie a darci sicurezza in molti punti e rimarremo sbalorditi da quanto ci sentiremo soli nei punti in cui non ci sarà. Dato che abbiamo già parlato di personaggi, direi di fermarci sulla loro caratterizzazione. Il realismo la fa da padrone. I protagonisti di The Last of Us non sono buoni al cento per cento, non sono sempre onesti e stupidamente sinceri, ma sono in tutto e per tutto esseri umani, con mille difetti e moltissima ipocrisia. I personaggi secondari sono poi tra i più caratterizzati che io abbia mai visto, mai stereotipati e con comportamenti sempre diversi l’uno dall’altro. Del resto, con una trama così ben sviluppata, non si poteva tralasciare il cast.

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La potenza del motore grafico (lo stesso di Uncharted 3) è assolutamente sensazionale e visibile. Da un punto di vista estetico, The Last of Us raggiunge vette altissime. Gli scenari sono tutti ben particolareggiati, dagli interni dei palazzi crollati alle autostrade coperte di erba verde. Ma sono le ambientazioni cupe, secondo me, le meglio rese. Il senso di claustrofobia che un sotterraneo allagato e pieno di Clicker riesce e a trasmetterti è impagabile, soprattutto se a farti luce è solo una torcia e se la tua unica arma è il tuo istinto. Per quanto riguarda il comparto audio, nulla da dire. Le parole si sprecano, basta ascoltare anche solo il tema del menù principale per rendersi conto della maestria della composizione. I brani sono adatti ad ogni situazione, richiamano spesso alla desolazione dei paesaggi che ci si parano davanti agli occhi e capiterà , di fronte a questa combinazione di bellezza artistica, di rimanere impressionati. Anche il doppiaggio è ben realizzato e vi è la possibilità di impostare sia i sottotitoli che i dialoghi in più lingue. 

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Bisogna però essere onesti, un 10 pieno The Last of Us non lo raggiunge per via di qualche problema. Innanzitutto alcuni bug assurdi nel gioco, come edifici trasparenti o lampi bianchi dal nulla, che rovinano l’esperienza. E se poi bisogna essere proprio criticoni, direi che l’intelligenza artificiale a volte non è perfetta, con guardie che non ti vedono nemmeno se sei accanto a loro. Potrebbe anche essere che tutto ciò sia collegato al grado di difficoltà in cui ho giocato il titolo, ovvero Normale, e che l’attenzione delle guardie aumenti in modalità Difficile o Sopravvissuto, ma sono comunque tenuta e segnalarvi il problema. Inoltre ritengo che, nonostante il gameplay sia perfetto sotto ogni punto di vista, non è così innovativo come ci avevano fatto credere.  Per finire il bug degli auto-salvataggi, che ha mandato in escandescenze i giocatori al day one, ma che per fortuna è stato risolto subito.

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Concludiamo questa enorme recensione con una mia personale riflessione: The Last of Us è un gioco dall’impatto emotivo allucinante, dalla regia magistrale, dal realismo incredibile e dai toni forti. Non è la perfezione assoluta, ma ci è molto vicino. Il gioco è parecchio rigiocabile, dato che i trofei sono difficili da ottenere per via del numero di collezionabili smisurato, ed è quindi adatto a tutti i “cacciatori di platini”. Insomma, la domanda che molti di voi pongono è: vale la pena di spendere 70 euro per il nuovo titolo Naughty Dog? E la mia risposta è: SI.

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