Recensione | To the moon

 

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Quando un giocatore abituato a videogiochi dalle maccaniche classiche inizia To the moon, si trova spaesato. Almeno così è successo a me. Ma dal momento in cui cominci a capire che tu non stai giocando, ma stai vivendo una storia, tutto diventa più semplice. Questo titolo non è un gioco come lo intendiamo noi, ma bensì un’esperienza videoludica magica e indimenticabile. Disponbile dal Settembre 2012 su Steam, tutti coloro che lo hanno provato se ne sono innamorati, ed una minima parte lo ha invece criticato. Voi da che parte state? Vi potrei dire come io vedo questo titolo, ma è meglio farvelo capire con questa recensione.

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Noi vestiamo i panni di due scenziati appartenenti ad un’agenzia che si occupa di esaudire i desideri dei pazienti che vivranno ancora per poco. Utilizzando un macchinario, riusciamo infatti a ripercorrere i ricordi di queste persone e capire perché hanno espresso proprio quel determinato desiderio e permettiamo loro di realizzarlo. Avremo a che fare con l’anziano Johnny, un uomo ormai in coma che vive in una grande casa vicino ad un faro, e che ha espresso un desiderio particolare: andare sulla luna. Cominceremo così un viaggio nella sua mente, ripercorrendo la sua vita e rendendoci conto delle difficoltà che egli ha passato e dell’amore sconfinato che ha sempre provato per River, sua moglie, morta due anni prima. Una donna molto strana, affetta da una malattia irreversibile e con una ossessione per i fari e per gli origami a forma di coniglio. Il nostro viaggio ci porterà di fronte a molti misteri da risolvere, a scene assolutamente strappalacrime e a situazione comiche, tutto quanto per svolgere il nostro lavoro e permettere a Johnny di esaudire il suo desiderio.

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Il gameplay di To the moon è talmente particolare che non può essere considerato nemmeno un vero e proprio stile di gioco. Le azioni principali che dovremo fare infatti saranno muovere i personaggi tramite l’uso del mouse, interaggire con gli oggetti, risolvere piccoli enigmi molto semplici e leggere i dialoghi dei personaggi. Infatti To the moon incentra la propria essenza sulla trama e sulle sensazione da trasmettere al giocatore e non sullo stile di gioco. Le fasi di gameplay vero e proprio riguarderanno principalmente i ricordi di Johnny, nei quali dovremo trovare oggetti che andranno a riempire la barra di sincronizzazione di memoria che ci servirà per passare al ricordo successivo. Una volta trovati tutti, dovremo individuare l’oggetto che fungerà da “chiave” per la prossima fase e tramite un piccolo minigioco dove dovremo rendere l’immagine dell’oggetto in questione completamente visibile saremo capaci di passare alla sequenza successiva. Saranno queste le cose principali che dovremo fare, oltre a seguire la trama del gioco.

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La grafica di To the moon è molto semplice ma al tempo stesso bellissima. I personaggi sembrano dei piccoli avatar che un qualsiasi social network di vecchio stampo offrirebbe, molto semplici nel design e con delle espressioni minimaliste ma chiare. L’ambiente circostante è ben curato, ma anch’esso molto semplice. Abbiamo alcune sequenze di grafica quasi tridimensionale che rendono alcuni paesaggi assolutamente spettacolari, oltre a qualche piccolo filmato, fatto sempre in modo semplice, ma leggermente più realistico. Il vero punto forte di To the moon, è la colonna sonora. Fin dall’inizio del gioco veniamo messi di fronte a delle soundtrack e a delle vere e proprie canzoni indimenticabili, dolci e che si adattano perfettamente alla situazione che stiamo vivendo. Canzoni come “Everthing’s Alright” di Laura Shigihara, o componimenti al pianoforte come “For River”, la canzone che Johnny dedica alla moglie, riescono a farci emozionare e piangere solo sentendole. Entrano nel cuore del giocatore, riescono a non fargli staccare gli occhi dallo schermo per tutte le quattro circa che il gioco richiede e rimangono lui impresse anche una volta finito il titolo.

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To the moon non è sicuramente un titolo adatto a tutti. Il gameplay è quasi assente, la lingua di gioco è l’inglese e richiede quindi o una conoscenza abbastanza alta della lingua stessa o una patch che lo renda in italiano, la storia presenta delle tematiche forti come l’assenza, la morte, i sogni, l’amore che sono trattate in un modo così particolare da renderle a volte pesanti e sicuramente non digeribili da tutti. Tuttavia, To the moon è un capolavoro indiscusso, uno dei titoli migliori a cui personalmente abbia avuto l’onore di giocare e di cui attendo con ansia il seguito, giacché il finale ci aveva fatto intendere che le avventure dei nostri scienzati non sono finite. Se volete un gioco serio, drammatico, coinvolgente e molto particolare, To the moon è sicuramente il titolo migliore a cui possiate ambire. 

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