Recensione | The Legend of Zelda : A Link Between Worlds

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Dopo un anno di buio totale, il 2013 torna a sorridere a Nintendo e al suo 3DS. Superati i dissensi di genitori e media incompetenti che vedevano una generazione di videogiocatori ciechi ecco che la portatile di casa Nintendo riesce finalmente ad affermarsi…ma grazie a cosa ? Grazie all’unico elemento che mancava finora, ovvero i titoli !!
Non più tardi di 12 mesi fa il 3DS era una console sciatta e grigia, ma è bastato che Nintendo tornasse a fare ciò che ha sempre fatto per renderla la migliore(n.d.a.) console attualmente sul mercato.
E per consacrare il 2013 glorioso di Nintendo poteva forse mancare il botto finale ? Mentre il mondo intero si solletica con le nuove e semi-inutili console next gen ecco che Nintendo stupisce ancora una volta con un titolo nuovo e classico allo stesso tempo : parliamo oggi di The Legend of Zelda : A Link Between Worlds.

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E’ sempre la stessa storia. Ogni volta che inizio un nuovo Zelda lo faccio con il piglio di chi crede di aver già visto tutto..e puntualmente vengo smentito restando a bocca aperta. Senza ombra di dubbio l’effetto nostalgia, per chi come me sta raggiungendo i 30 anni (tristezza u.u), lo fa da padrone e Nintendo questo lo sa bene. Quei dannati (<3) sanno bene come far esaltare chi gioca i loro titoli da sempre e questo è un pregio che a mio avviso solo Nintendo possiede : per quanto le generazioni avanzino e le console si susseguano, i fan storici non vengono mai traditi ma anzi valorizzati. Quindi avere un nuovissimo capitolo di Zelda ambientato nella Hyrule dell’amatissimo A Link To The Past non può che fare il botto.
A ben vedere non siamo di fronte a nulla di particolarmente innovativo ma è proprio questo effetto deja vu a farci adorare il gioco sin dai primi minuti.
Siamo sempre ad Hyrule, l’eroe è sempre il puro Link e l’obiettivo è sempre quello di salvare la bella Zelda. Fine.
Ciò che rende affascinante il gioco è proprio questa classicità di fondo che ci rassicura…cosa che su qualsiasi altra console e brand sarebbe criticata.
Ma si sa.
Nintendo non fa testo.
Nintendo gioca una partita da sola senza competizioni dirette…e vince sempre.

original Ma quindi questo nuovo episodio di Zelda cos’ha di nuovo ? Se è davvero così legato al passato perchè mai dovrei comprarlo ?
Domande più che lecite. Nonostante ALBW (usiamo l’acronimo per evitare lungaggini) si basi sulle solite meccaniche action, su dungeon molto simili a quelli di ALTTP (e le citazioni saranno numerosissime !!) e sul classico reperimento di frammenti di cuore, le novità non mancano.
Uno su tutti è proprio quello su cui si baserà l’80 % della nostra avventura, ovvero la possibilità di Link di trasformarsi in un dipinto. Grazie a questo nuovo potere potremo letteralmente stamparci sulle pareti e raggiungere così locazioni altrimenti inaccessibili. Potremo quindi individuare oggetti nascosti, bauli a prima vista irraggiungibili, scovare passaggi segreti senza contare il tatticismo aggiunto agli scontri (soprattutto nelle boss fight). Inoltre dopo un paio d’ore di gioco questo power up ci permetterà, tramite delle fessure dimensionali, di raggiungere Lorule (Dark World), aprendoci così un universo sconfinato nel quale muoverci. Una zona che apparentemente è inarrivabile nel nostro mondo lo sarà invece varcando i portali e raggiungendo Lorule e viceversa.
Ma attenzione !! Il Dark World Sarà tutt’altra cosa rispetto alla “pacifica” Hyrule. Quindi fate scorta di pozioni, raccogliete quanti più frammenti di cuore possibili ed armatevi fino ai denti prima di intraprendere questo nuovo viaggio.
Già gli oggetti..forse l’unica nota dolente del gioco.
In ogni Zelda moderno che si rispetti il reperimento degli oggetti e delle armi ha sempre seguito il solito canovaccio :

– Reperimento oggetto X necessario ad avanzare
– Compimento missione
– Reperimento oggetto Y
– Nuova missione
ecc..
Il tutto fino ad arrivare alle battute finali con un equipaggiamento completo e con l’orgoglio di essere riusciti, non senza fatica, ad ottenere tutto quanto.
In ALBW invece tutto è stato semplificato..per non dire ridicolizzato.
Ben presto incontreremo un buffo personaggio di nome Lavio che deciderà di utilizzare casa nostra come bazar e da quel momento in avanti avremo tutte, e ripeto TUTTE, le armi del gioco !! Ogni dungeon necessiterà di una o più di queste armi per essere affrontato e potremo decidere se acquistarle oppure soltanto noleggiarle…con il rischio però di perderle andando incontro al game over. Pur sforzandomi non riesco ad evidenziarne un lato positivo se non che i neofiti nutellosi avranno vita facile nell’affrontare il titolo.

Link-Between-Worlds-9-1280x1572 La difficoltà in questo gioco (ma come d’altra parte in tutti i capitoli della serie) è un fattore molto altalenante : per esempio i boss non sono per nulla ostici ma in compenso la struttura dei dungeon, per giungere ad essi, è tremendamente intricata. E a rendere il tutto più complicato ed accattivante al tempo stesso vi è poi un effetto 3D ben dosato e soprattutto per nulla invadente. In altri giochi per 3DS capita spesso e volentieri di dover necessariamente disattivare l’effetto 3D…vuoi perchè mal realizzato e quindi fastidioso, vuoi per un’incompatibilità con il gioco che lo rende d’intralcio. Tutto questo nel nuovo Zelda non avviene e l’effetto “treddì” non fa altro che venirci incontro, mettendo per esempio in risalto la struttura verticale dei dungeon.

Accennato il lato tecnico veniamo ora alla grafica. Da sempre croce e delizia dei giochi made in Nintendo, anche in questo titolo è stata realizzata una piccola opera d’arte. Affrontando il gioco si ha come l’impressione di compiere le proprie gesta direttamente su una tela ad olio, con colori vivi e tonalità accese più che mai.
Se già i precedenti capitoli di Zelda su console portatili (Minish Cap e PH/ST)erano riusciti ad incantare, questo nuovo episodio brilla ancor più di luce propria lasciando tutti a bocca aperta (alla faccia di Killzozz Shadow-fallo). Se poi uniamo la classica colonna sonora ri-orchestrata per l’occasione allora abbiamo il comparto tecnico perfetto per l’occasione..non il migliore e rivoluzionario ma senz’altro il più adatto.

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La magia del titolo è già insita nel nome stesso del gioco. Un collegamento tra i mondi…non solo tra Hyrule e Lorule, tra il capolavoro uscito nel 1991 e questo del 2013 ma anche e soprattutto con ciò che eravamo e che siamo diventati. Il gioco è un puro tributo a tutti quei giocatori che hanno le loro origini videoludiche nell’era 16 bit e che a fatica vengono rappresentati nell’era della prepotenza grafica e degli “spara-spara”. Tuttavia anche se non si è un attempato e nostalgico giocatore d’altri tempi, A Link Between Worlds resta un gioco adatto a tutti ed una killer application da possedere assolutamente nella propria libreria di titoli per 3DS.

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