Recensione | Tearaway

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Quella di PSVita è una situazione difficile, ormai lo sappiamo tutti e nessuno può negarlo, e trovare dei giochi veramente validi è diventato quasi impossibile. Tuttavia, Tearaway è una di quelle eccezioni che possono solo che rendere felice il possessore di questa console e che per una volta lo fanno sentire … fortunato. Andremo quindi a vedere come mai il platform dei Media Molecule, creatori di Little Big Planet, può essere uno dei pochi ma grandi motivi per portarsi una PSVita a casa.

 

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La trama di Tearaway, nella sua semplicità, è difficile da spiegare. Il mondo di carta ed il nostro sono in estremo contatto, tanto che proprio noi giocatori, chiamati TU, dovremo aiutare il piccolo messaggero di carta a raggiungerci. Il nostro bel faccione comparirà nel sole e la missione del protagonista sarà quella di arrivare fino a noi per consegnare il messaggio che porrà fine all’invasione delle Cartacce, i nemici di questo mondo. Se spiegata così, può sembrare che la storia di Tearaway sia estremamente banale, ma ciò è completamente errato. Più si va avanti e più la trama assume toni forti, profondi e intricati, senza mai smettere di farsi comprendere ma stupendo il giocatore ad ogni passo. Alla fine del gioco, che sembra sia sempre prossima ma in realtà non lo è mai, si rimane esterefatti dalla piega che le cose hanno preso e di quanto il nostro lavoro sia stato importante. Tearaway riesce anche a far commuovere con la forza del suo messaggio che, almeno dal giocatore, viene ricevuto fin dall’inizio.

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Il gameplay è senza dubbio il punto forte dell’intera produzione. L’interazione tra il mondo di gioco e noi stessi è continua e ben realizzata: potremo usare la voce per mandare segnali o ordini agli abitanti, i touchpad della console per far comparire le nostre dita nel mondo di gioco e spostare oggetti o far rimbalzare il nostro personaggio, oppure fare fotografie ad alcuni oggetti per ridargli il colore originale o farle a noi stessi per appenderle come poster in giro per il mondo di gioco. Secondo elemento importantissimo è la personalizzazione del personaggio e dell’ambiente. Ogni cosa in Tearaway può essere modificata tramite la più semplice delle azioni, che fin da bambini siamo abituati a compiere: disegnare. Tramite dei fogli colorati potremo creare accessori per il nostro messaggero (o messaggera, se si è donne) oppure dar vita a fiocchi di neve di colore verde o a corone per degli scoiattoli. La fotocamera ci permeterrà inoltre di scattare una foto ad un qualsiasi tipo di tessuto o oggetto presente in casa nostra e di applicarlo su ignare alci o conigli, che diventeranno dello stesso colore delle pareti oppure della stessa fantasia del tappeto. Infine vi è la parte platform classica: correre, rotolare, saltare, guidare maiali, sconfiggere i nemici a suon di colpi di dito (ok, questo non è tanto classico) ecc. Il gameplay di Tearaway è quindi vario e mai noioso, capace di intrattenere fino alla fine in modo eccellente. Peccato solo che l’avventura termini in meno ore di quelle che secondo me sarebbero state opportune.

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Un’attenzione particolare va rivolta alle ambientazioni del gioco, interamente realizzate in carta ma di forte impatto. La foresta, il deserto, il nulla, il mare … tutto capace di trasmettere una grande intensità e forza narrativa, senza però spiccicar parola. Più di una volta, camminando nel mondo di Tearaway, si avrà l’impressione di aver realizzato un sogno comune in tutti noi da bambini: rendere reali le ambientazioni che disegnavamo. Tutto questo è possibile grazie ad una grafica colorata ma di forte impatto, semplice e stabile e con ottimi giochi di luce. Il gioco non presenta rallentamenti di alcun genere o bug.
La colonna sonora mi ha sorpresa moltissimo. Mi aspettavo un comparto audio molto semplice, invece mi sono ritrovata brani piacevolissimi realizzati con flauti, chitarre, pianoforti e chissà quali altri strumenti che ora ignoro. La musica è parte integrante dell’esperienza, poiché girare per un deserto con una certa canzone in sottofondo sarà molto più intrigante che girarlo senza. Inoltre il doppiaggio mi è molto piaciuto, belle le voci dei narratori ed il modo in cui narrano le gesta del nostro Messaggero.

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Giudizio Finale: Tearaway è il perfetto esempio di gioco che sfrutta tutte le potenzialità di una console, che riesce a dare un forte messaggio con una trama facile da seguire e che diverte con un gamepaly sempre ricco di novità e mai noioso. La grafica ben curata nella sua semplicità, che sfrutta bei colpi di luce, e la colonna sonora veramente sorprendere contornano un’esperienza che ha ben poco da invidiare a quelle di titoli più acclamati. Il mio consiglio è quello di prenderlo al volo a qualsiasi prezzo perché, nonostante la longevità un po’ bassa, riuscirà a regalare ore di divertimento e riflessione. Inoltre, ricordate che se la vostra PSVita non ha mai avuto al suo interno la cartuccia di questo gioco, beh … probabilmente ha un motivo in meno di esistere.