Recensione | Valiant Hearts – The Great War –

 

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Nel 2014 ho capito una cosa: le software house possono sorprenderci, sia nel bene che nel male. Come l’ho capito? Per mano di Ubisoft ovviamente, che tra i mille titoli triti e ritriti ci ha regalato perle come Child of Light e Valiant Hearts. Quest’ultimo sarà il protagonista di questa recensione, che ho atteso a fare per un motivo ben preciso: questo gioco non è facile da spiegare.

 

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La prima guerra mondiale si svolse tra 1914 e il 1918, coinvolgendo una marea di paesi. Gli uomini più semplici venivano chiamati per svolgere l’arduo compito di combattere per la patria, costretti ad abbandonare le loro famiglie. Questo è il destino di Emile, padre della bella Marie e nonno del piccolo Victor, e di Karl, marito di Marie, papà di Victor e genero di Emile. Il primo viene chiamato a combattere nell’esercito francese, il secondo in quello tedesco: rivali in un guerra che non vogliono combattere. Durante le lunghissime giornate tra una battaglia e l’altra, i loro destini si intrecceranno con quelli di Freddie, soldato americano arruolatosi volontariamente nell’esercito francese, e di Anna, crocerossina belga alla ricerca del padre scomparso. Quattro personaggi ben diversi, ognuno con la sua indole e con il suo obiettivo, che si ritroveranno uniti in uno degli eventi storici che sconvolse il mondo. La storia di Valiant Hearts è tra le più belle che abbia mai ascoltato: parla di sacrificio, di amore e di sofferenza. Racconta con delicatezza ed al tempo stesso estrema crudeltà quanto accadde in quella terribile guerra, facendocela vivere attraverso gli occhi di persone comunissime che avrebbero benissimo potuto essere reali. Nella finzione dei personaggi, il gioco riesce a far trasparire la realtà degli eventi ed è difficile non commuoversi o non scuotere la testa pensando alle milioni di vite che si sono spente nei campi di battaglia. Non mancano alcuni momenti dolci o divertenti, che vengono repentinamente spezzati dalle note tristi della guerra. Non è difficile affezionarsi ai personaggi, alle città, ai luoghi, al fedele cane che accompagnerà i nostri protagonisti e che è l’unico essere che può ancora avvalersi del diritto di non avere un esercito di appartenenza. Insomma, a livello emotivo Valiant Hearts colpisce nel segno e difficilmente non smuoverà qualcosa dentro il giocatore.

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Il gameplay è un misto tra un’avventura grafica, un puzzle ed un platform. Vi saranno molte fasi, ma le più comuni si svolgeranno più o meno in questo modo: arrivati in un livello (o scenario, che dir si voglia) vi saranno tante piccole situazioni da risolvere, tutte collegate fra loro. Ad esempio, trovare un oggetto per darlo ad un soldato ci porterà in un’area dove magari potremo attivare una leva per risolvere un altro rompicapo, che a sua volta è connesso ad un altro ancora e così via. Gli enigmi, che sono numerosi, non sono troppo difficili ma richiederanno un minimo di ragionamento e di attenzione. Vi saranno anche alcune fasi più “action”, dove dovremo controllare un carro armato o una mitraglietta. Infine, il gioco ci regala anche delle sequenze di corsa in macchina a tempo di musica classica che sono qualcosa di delizioso.

Ogni personaggio ha la sua abilità speciale: Emile può usare una pala per scavare nel terreno, Freddie ha un paio di tronchesi che potrà usare per tagliare il filo spinato, Anna potrà curare i feriti tramite un rythm game e Karl sfrutterà numerosi costumi per mimetizzarsi tra i soldati. L’ultimo personaggio, ma forse il più importante, è il cane: essendo piccolo e agile, oltre che molto ubbidiente, potrà muovere leve, salire su dei ripiani, intrufolarsi in dei passaggi stretti e riportarci qualsiasi cosa vorremo solo tramite un nostro comando. Combinando le abilità dei vari personaggi proseguiremo nel gioco in modo veloce ed efficiente, senza annoiarci mai. Nel gioco vi sono anche dei collezionabili, 5 per area, che non sono troppo ostici da trovare e che potranno essere raccolti facilmente.

Il titolo ha anche uno scopo educativo, in quanto spesso e volentieri appariranno sullo schermo delle informazioni riguardanti i vari elementi della guerra, le città mostrate e le vicende delle vere battaglie.

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I giochi non sono quasi mai perfetti ed ahimè Valiant Heart non è un’eccezione. Vi è un grave problema di bug che porterà il giocatore a riavviare più volte alcune sessioni: potrebbero non essere caricati oggetti importanti dello scenario, il personaggio potrebbe bloccarsi sul posto mentre corre oppure le tronchesi potrebbero non tagliare le corde o il filo spinato. Anche se accade generalmente di rado, ciò è molto stressante ed i checkpoint, non troppo vicini fra loro, non aiuteranno il giocatore. Per il resto il gioco è molto fluido e raramente avrà scatti o strani problemi.

La grafica cartoon è stata oggetto di molte critiche. Molti sostengono che uno stile più realistico avrebbe giovato al titolo, ma io non sono di questo avviso. I movimenti buffi, i sorrisi e le strane acconciature servono a ricordarci che i nostri protagonisti sono pedine su un’enorme scacchiera. Conservano la loro umanità, anche se il gioco non ci mostra mai i loro occhi, ma sono costretti a combattersi a causa di persone più potenti. Quindi non mi ha dato fastidio vederli a volte così buffi nonostante le tematiche forti del titolo. I paesaggi sono molto belli nella loro semplicità. La colonna sonora è semplicemente stupenda: quasi interamente composta di brani al pianoforte che solo al risentirli ancora provocano i brividi ed incredibilmente adatti ad ogni situazione. Il doppiaggio è stato concesso solo ad Emile (e solo quando legge le lettere o racconta qualcosa) e al narratore onnisciente che racconterà la nostra storia, ed ovviamente è splendido.

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Giudizio Finale: Valiant Hearts è un gioco coraggioso, estremamente ben realizzato se non fosse per qualche bug di troppo. La trama è cruda ma narrata in modo perfetto, i personaggi sono tutti ben caratterizzati, il gameplay è vario e mai noioso, la colonna sonora accompagna adeguatamente e meravigliosamente ogni momento e la grafica cartoonesca aiuta ad aumentare il contrasto tra l’umanità dei soldati e la guerra selvaggia. Fate un favore a voi stessi e giocate un titolo che ha tantissimo da dire a tutti noi, se solo siamo pronti ad ascoltare.