Dead Space 3 è disponibile nei negozi dal 7 febbraio e cominciano già ad arrivare i primi dati di vendita…giusto per capire l’accoglienza da parte dei videogiocatori in giro per il mondo. Un dato molto interessante indica che il terzo capitolo delle avventure di Isaac ha venduto il 26 % in meno rispetto al D1 di Dead Space 2. In relazione a questo dato si possono addurre molte cause per il relativo flop di vendite (flop appunto relativo in quanto si parla di milioni di copie e della vetta della classifica UK) : un concept sempre più snaturato, delle meccaniche poco convincenti o quant’altro. Tuttavia il vero “problema” di questo calo di vendite è la demo. La demo di un titolo in uscita è un qualcosa di molto apprezzato dai videogiocatori, ma per i publisher può risultare un’arma a doppio taglio piuttosto pericolosa. Grazie ad una demo i giocatori possono valutare se un determinato titolo vale o meno l’acquisto, evitando così di acquistare un titolo a scatola chiusa con il rischio di restare tristemente delusi.
E’ proprio questo il caso di Dead Space 3 : la demo di quest’ultimo ha fatto registrare dati assolutamente unici, con oltre 2 milioni di download. Molti videogiocatori, me compreso, hanno così potuto testare le meccaniche di gioco ed in tanti hanno poi deciso di non acquistare il gioco al lancio. Al di là di valutazioni in merito al gioco, il punto dell’articolo è proprio quello di evidenziare quanto possa essere determinante una demo ai fini di vendite di un titolo. Purtroppo questo vale solo per i titoli di punta in quanto sono gli unici a beneficiare di versioni di prova giocabili. A parer mio con qualsiasi gioco in uscita si dovrebbe avere la possibilità di provare la demo, così da poter decidere se investire o meno il nostro denaro.
E’ possibile che d’ora in poi gli sviluppatori prestino più attenzione ai “danni” collaterali, sia positivi che negativi, che può avere una demo sulle vendite del gioco finale ?
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