Grazie di tutto Videogiochi! Io vi aspetto!

104.1306510916.originalL’ idea di scrivere questo articolo nasce dal fatto che con l’ arrivo della nuova generazione, ho iniziato a tirare un po le somme della mia ormai lunga carriera videoludica.
Ti fermi a pensare un pochino a quello che è stato a le emozioni che questa passione mi ha saputo dare, e perchè no anche al coraggio e la determinazione che molti titoli mi hanno insegnato. Mi ricordo di un bambino paffutello seduto davanti al televisore, che con un pad in mano cercava di far trionfare la giustizia, e più giocava e più si rendeva conto che per ottenere risultati bisognava impegnarsi, chi non ha mai passato nottate intere a volte anche di nascosto dei propri genitori a risolvere un dungeon di zelda, in quel momento non capivo ma attraverso a quella cartuccia ho imparato che solo impegnandosi e con determinazione avrei potuto portare a termine il mio obbiettivo, che a volte bisogna anche fermarsi a riflettere per trovare la strada. Titoli come Resident Evil mi hanno insegnato ad affrontare le mie paure, a saper compiere delle scelte, a saper valutare la situazione. Giochi come Final Fantasy mi hanno insegnato l’ importanza delle persone che abbiamo vicino, il valore di un amicizia. Nei suoi poveri 8 bit anche Mario mi ha insegnato a essere determinato a non arrendermi, che nonostante attorno a me ci sia un mondo pieno di mostri anche più forti di me io per amore devo saper affrontare la situazione.
Lo so, lo so, se leggete questo articolo e non siete dei videogiocatori, può sembrare che io stia esagerando, o che semplicemente stia cercando di tirare fuori un articolo strappalacrime per difendere la mia passione.
Ma non è così, fermatevi a riflettere un secondo. Ogni persona nei primi anni di età, forma il suo carattere, e le situazioni che vivrà in quel momento lo segneranno per tutto il resto della sua vita. Ecco come preferite passare queste fasi della vostra vita? Davanti a un televisore, che vi insegna che per riuscire a essere qualcuno dovete avere il fisico di una Barbi col cervello di un opossum? O davanti a un videogioco che tratta temi come l’ amore, l’amicizia, la lealtà, che vi sbatte in faccia, senza troppi complimenti, una sfida da affrontare che solo tramite l’ impegno potete superare?
Era bello, era proprio bello poter staccare per qualche ora e immergermi in un mondo di fantasia, ricco di tutte quelle cose che i bambini amano, principesse, draghi, spade, scudi, mostri cattivi, e la cosa più bella era poter comandare tutto tu attraverso un pad.
Per poche ore al giorno, ero libero di poter prendere decisioni, e se avessi preso quella sbagliata ne avrei pagato le conseguenze, ma in tutta sicurezza, al massimo avrei dovuto ricominciare il livello.
Ma gli anni passano veloci e le console si susseguono a una rapidità allucinante.
E così quel mio mondo fantastico, nel quale mi “rifugiavo” per qualche ora, diventava sempre più grande ed articolato, mi venivano offerte sempre più sfide, e io ormai diventato un temerario le accettavo con grande trepidazione, con la voglia di poter dimostrare al gioco che ero all’ altezza della sfida offertami.
Intanto cresco e il tempo per giocare è sempre meno, ma porto sempre con me gli insegnamenti, che le ore di gioco mi hanno ormai lasciato dentro.
Ma poi accade qualcosa… Arrivati quasi ai giorni nostri, noto che giocare non mi trasmette più quella sensazione che mi dava prima. Voi direte è normale sei cresciuto! Ahimè credo che il motivo in fondo non sia quello, e che forse mi sono sentito tradito da quegli amici di infanzia, di colpo hanno deciso di non lanciarmi più nessuna sfida, e come se tutti gli insegnamenti che mi avevano trasmesso fossero spariti, e come se non volessero più insegnare nulla alle nuove generazioni, ma che scelgono la via più facile, quella di divertire nella maniera più semplice possibile, come per paura che il troppo impegno possa lasciarli li a prendere polvere su uno scaffale.
Mi è capitato di recente di trovarmi a casa di un mio amico, e di vedere il fratellino che giocava un videogioco di ultima generazione molto famoso. Il ragazzino mi guardava come un alieno, si gira di scatto e mi dice – Ehi! mi ha detto mio fratello che pure tu giochi ai videogiochi! Me ne consigli uno? – Io guardai il ragazzino davanti la tv, feci un mezzo sorriso, per un attimo rividi me da ragazzino che cercava nuove sfide, e di colpo dissi – Sicuramente se ti piacciono le avventure, Zelda!!! – lui accetto curioso. Una volta installato l’ emulatore nel suo pc, lo lascia giocare per qualche ora a : Zelda A Link To the Past (il mio capito preferito), mentre io mi dedicavo a fare una partita in split-screen con il fratello. Una volta deciso di tornare a casa, mi fermai e chiesi al ragazzino – Allora ti sta piacendo? – notai che aveva chiuso il gioco ed era su facebook, lui mi guarda con occhi delusi e – Ma è un gioco di merda! non si capisce nulla è troppo difficile così mi annoio – Un velo di tristezza copri il mio viso, fu in quel momento che capii, ormai il concetto stesso di gioco è cambiato, non ci abituano più alla fatica, ci rendono pigri, non ci fanno più accogliere le sfide come un tempo, non ci insegnano più la determinazione, si limitano semplicemente a essere venduti.
Ecco perchè mi sento tradito dai miei amici videogiochi, perchè avete venduto la vostra anima in cambio dei profitti. Ma in fondo io ci spero ancora che un giorno tutta quella magia possa tornare perchè eravate i miei amici di infanzia e io non volterò mai le spalle a un amico me lo avete insegnato voi cari videogiochi, grazie di tutto spero di rivedervi presto.