Quantità è qualità … ma ne sei proprio sicuro?

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Oggi vorrei parlare con voi di un argomento che mi sta abbastanza a cuore, ovvero il concetto di «quantità uguale qualità». Spesso ho sentito gente affermare che più sono le ore di gioco di un titolo, più questo sarà interessante e ben costruito. Queste stesse persone evitano quindi di comprare qualsiasi gioco si attesti sotto la durata complessiva di 5 ore, perdendosi quelle che secondo me sono piccole perle del panorama videoludico.
Eppure, io ho sentito di titoli anche molto longevi che alla fine si sono rivelate veri e propri flop sotto ogni punto di vista: trame lineari e poco coinvolgenti, personaggi piatti, emotività nulla, gameplay ripetitivo e noioso. Mentre, per esempio, un gioco come può essere il più recente Rain o l’ormai conosciutissimo Journey può darti tante di quelle emozioni che non ti basta un cuore solo per recepirle.
Ora, mi spiegate la logica di tutto ciò? Perché mai ignorare simili perle per giocare invece a roba tranquillamente trascurabile? Perché si deve associare necessariamente la quantità delle ore di gioco alla qualità del titolo? Io tutto questo proprio non lo comprendo.
Si torna sempre al classico concetto del «giudicare un libro dalla copertina». In questo caso la copertina è il tempo che spendi a giocare e se un gioco risulta troppo corto, di conseguenza non vale i soldi che ci spendi. Ma, come ho ribadito in più occasioni, preferisco spendere 70 euro per un gioco breve ma che mi dia emozioni forti, che spenderli per una minchiata colossale (perdonate il francesismo). E se qualcuno sta per dirmi la tipica frase «si ma giochi belli e corti non ci sono, non ne escono!” … beh, vi dico che vi sbagliate! Basta girare sui vari store di PC e console per rendersi conto che, dietro un FIFA ed un COD si nasconde un gioco di uno studio in erba che vuole stupire e incantare, oppure un titolo meno conosciuto di un produttore famoso che, per una volta, ha deciso di risparmiare sulle ore ma investire tutto nelle emozioni.
Per concludere, dato che poi mi scaldo e non finisco più di scrivere, cosa ne pensate voi del rapporto quantità-qualità? Credete che un gioco debba necessariamente essere longevo per essere ben fatto? Ditemi la vostra!