Un idraulico che conquista.

2058708-super_mario_3d_land_logo Oggi mi cimento nella mia prima riflessione seria, toccando un tasto che è sicuramente presente nel pianoforte della vostra vita videoludica (che poesia eh?): Super Mario.

I veterani ricorderanno sicuramente i Mario su NES, la sua prima apparizione nel gioco di Donkey Kong. Altri invece avranno vissuto i Super Mario su SNES, altri ancora quelli su DS. Io invece, dall’alto della mia ignoranza in casa Nintendo, arrivo molto tardi, ed alla tenera età di 16 anni gioco Super Mario 3D Land su 3DS. Cosa dite? Alla buon’ora? Eh si, avete proprio ragione!

Essendo cresciuta tra console Sony, ho perso tutte le saghe di punta della grande N, tra cui anche Zelda che è uno dei miei più grandi rammarichi, ma essendo ora in possesso di un 3DS mi son detta: perché non proviamo Mario? Ed ecco che il 3D Land mi sembrò la scelta migliore, dato che sfruttava il 3D e non era considerato tra i più difficili della serie. Cosa? Sono nabba e quindi scelgo il gioco più facile? Esatto! Sui platform in stile Ratchet e Clank, Sly Cooper o Jak and Dexter non mi batte nessuno, ma datemi un Donkey Kong o un Rayman e per me sarà la fine! Comunque, torniamo al succo del discorso: il mio primo approccio con l’idraulico dal cappello rosso.

Il gameplay sembra semplice: salta di qua, raccogli le monetine, cerca di prendere le monete grosse, evita i funghi ecc. insomma, nulla di eccezionale ecco. Ma per me è stata un’emozione nuova, qualcosa di mai visto o provato, una sensazione unica. Mi sono sentita una bambina che per la prima volta riceveva un videogioco e che cadeva in continuazione dagli edifici, moriva perdendo un sacco di vite, si spaventava di fronte a Bowser e diceva un sacco di parolacce nei confronti dei nemici (beh, magari quest’ultima cosa no, ma avete capito lo stesso vero?). Quindi, come riassumere la mia esperienza con questo mio primo Mario ufficiale? In una frase: strana, difficile a tratti, ma bella. Molto bella.